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L’Inglese? S’impara ballando

Ortografia, grammatica e sintassi possono rimanere in stand-by per qualche tempo quando si tratta di insegnare l’inglese a bambini delle scuole primarie. I cosiddetti “young learners” richiedono un approccio diverso, secondo le intuizioni di Stephen Krashen (linguista e ricercatore della California University) che ha ipotizzato cinque condizioni o ipotesi per favorire l’acquisizione di un nuovo idioma.

LE CINQUE CONDIZIONI 

Nella prima condizione Krashen distingue, innanzitutto, il concetto di acquisizione di una lingua da quello di apprendimento, sostenendo che l’acquisizione si attiva con la lingua materna facendo leva sulla capacità intrinseca di ogni essere umano di recepire i significati e le strutture di un idioma spinto dalla pura motivazione a comunicare. Questa capacità innata è l’elemento chiave su cui fare leva fin da bambini.

L’apprendimento inteso come ricerca consapevole di regole ortografiche e strutture grammaticali riguarda la seconda condizione, per la quale ognuno sviluppa in base all’età, al proprio livello di cultura e ai propri interessi un sistema responsabile dell’approfondimento dei concetti.

Ecco perché la fase di apprendimento dovrebbe avvenire molto più tardi, quando lo studente sente il bisogno di perfezionare il linguaggio.

La terza ipotesi stabilisce che esiste un ordine naturale con cui si acquisiscono le regole del linguaggio, e tale ordine non è necessariamente quello stabilito dai libri di testo.

La quarta afferma che l’unico modo per continuare ad acquisire un idioma è che ci sia un’esposizione costante con un input calibrato alle competenze comunicative del soggetto (né troppo facile, né troppo oltre il suo livello).

Il quinto presupposto, infine, afferma che l’ambiente dovrebbe generare un’atmosfera “affettiva” in cui il bambino si senta accolto, motivato e incoraggiato da condizioni prive di stress. Il paesaggio emotivo delle lezioni ha dunque un peso specifico notevole in termini di risultati ottenuti, ed è qui che si apre la strada per un insegnante: generare un clima di interesse e divertimento che spinga i bambini a sentirsi liberi di sperimentare un modo nuovo di comunicare.

OLTRE IL LIBRO DI TESTO

Storytelling, game, canti, attività di Total Physical Response (si usa il movimento del corpo per rafforzare l’apprendimento) e materiali audiovisivi autentici (prodotti cioè per un pubblico di lingua inglese), sono supporti fondamentali per arricchire le lezioni di ritmo, interesse e motivazione.

Per l’insegnante significa essere preparato ad abbandonare ogni tanto i percorsi predefiniti dai libri di testo, che puntano ad attivare fin da subito meccanismi di apprendimento.

Il coinvolgimento emotivo di una lezione di inglese parte proprio dalla predisposizione dell’insegnante: se c’è voglia di mettersi in gioco, esplorare territori nuovi, allontanarsi da un’impostazione prettamente didattica, condividere con i bambini il proprio entusiasmo per una lingua e una cultura nuova, questo humus emotivo passa proprio attraverso la comunicazione non verbale.

Occorre essere consapevoli della propria relazione con la materia insegnata.

Il clima emotivo-affettivo auspicato da Krashen deve essere ricercato in se stessi affinché possa essere trasmesso per osmosi ai propri studenti. Il libro di testo è la traccia di un percorso dal quale ci si può progressivamente allontanare per trovare nuovi elementi che la rendano stimolante, intrigante e autenticamente comunicativa.

LA TOTAL PHYSICAL RESPONSE (TPR)

Esiste un metodo di insegnamento della lingua straniera, fondato sui meccanismi di TPR, che si basa sul principio di rinforzare la comprensione attraverso l’azione corporea che accompagna ed esplicita i contenuti stessi.

Si tratta di una pratica molto efficace per i bambini, i quali vengono coinvolti nell’attività linguistica attraverso ritmi e canzoni che possono essere mimati con il corpo per generare un processo di acquisizione che potremmo definire olistico.

Se l’insegnante d’inglese canta: «Clap, clap, clap your hands» e contemporaneamente batte le mani, il significato è evidente; se sorride e si diverte, attiva nel bambino il desiderio di prendere parte a questo gioco in cui la lingua non viene recepita passivamente in fase di listening, ma vissuta attivamente in modalità speaking and acting.

Le attività di TPR sono quasi sempre svolte in gruppo e sono un ottimo “ice-breaker” per aprire la lezione, muovere il corpo e coinvolgere i bambini in un’atmosfera sicura, dove nessuno si sente sotto i riflettori e può tranquillamente sperimentare la propria capacità di generare suoni e azioni nuove.

ESEMPIO IN INGLESE: “IF YOU’RE HAPPY AND YOU KNOW IT…”

Questa canzone, nota anche in italiano nella sua esatta traduzione, esprime tutta l’importanza di essere consapevoli delle proprie emozioni per decidere se esprimerle o meno. Nella sua semplicità questo piccolo testo introduce un concetto fondamentale allo sviluppo dell’intelligenza emotiva, ossia quello che ognuno di noi è sempre libero di scegliere come manifestare le proprie emozioni.

Di solito si declina solo la modalità “happy” di questo canto, ma per arricchire il vocabolario e la consapevolezza emotiva dei bambini si può facilmente adattare il testo alle altre emozioni.

Con i bambini delle scuole elementari si può partire dalla definizione delle emozioni primarie attraverso un gioco di riconoscimento delle espressioni facciali dell’insegnante o dei compagni, oppure utilizzando le note faccine che affollano le nostre chat.

Si può chiedere il contributo dei bambini nella definizione di comportamenti adeguati alle varie emozioni e poi proporre la canzone e l’azione corporea che ne segue:

If you’re happy and you know it
clap your hands! (clap, clap)
If you’re happy and you know it
clap your hands! (clap, clap)
If you’re happy and you know it
and you really want to show it
If you’re happy and you know it
clap your hands! (clap, clap)

In modalità “happy” possiamo arricchire il vocabolario con decine di verbi-azione, come jump, turn around, skip, blow a kiss, wiggle-wiggle, click your fingers, tap your feet… Le altre modalità emotive possono essere introdotte progressivamente:

If you’re angry and you know it
cross your arms [o clench your fists, turn your back…]
If you’re sad and you know it
hug me tight [tell me why, cry, cry, cry…]
If you’re sleepy and you know it
go to bed…

Con i ragazzi delle medie, che presumibilmente conoscono già questo testo (anche inglese), si può partire da una ricerca di emozioni più complesse con le relative azioni.

È un lavoro che dà ottimi risultati se svolto in gruppo. Alla fine della lezione ogni gruppo potrà presentare le proprie strofe alla classe. Si possono anche accogliere nuove soluzioni, ad esempio questa canzone può essere “rappata” e diventare più intrigante per una classe di preadolescenti.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Young Learners, Sarah Phillips (Oxford University Press). Teaching Young Learners, di Annamaria Pinter (Oxford University Press).

 

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