Musica significa “arte delle muse” e quindi quell’arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni. In quanto attività sociale appartiene a tutte le epoche e a tutte le culture, mutando il proprio significato e la propria funzione e manifestandosi in una grande varietà di forme e tecniche a seconda dei periodi storici e delle aree geografiche. La musica spesso accompagna momenti importanti della vita, tanto da creare ricordi legati a brani che porteremo sempre nel nostro cuore.
MUSICA E MEMORIA
Anche i neonati nei primissimi giorni di vita riescono a memorizzare e a riconoscere melodie che hanno sentito durante la gravidanza. Molti studi hanno dimostrato che i piccoli esposti a una melodia che le madri avevano ascoltato durante la gravidanza rispondono con un abbassamento del battito cardiaco: cioè si rilassano. Questo avviene perché la musica suscita in loro il ricordo di un evento sicuro e rassicurante.
Lo sviluppo funzionale del sistema uditivo avviene progressivamente nel corso del terzo trimestre di gestazione. Verso il settimo mese, dalla 28esima settimana, si evidenziano in maniera stabile i primi effetti alle stimolazioni sonore, che sono: risposte comportamentali (contrazioni muscolari), neurovegetative (essenzialmente reazioni del battito cardiaco che aumentano o diminuiscono) e movimento degli arti. Ovviamente i suoni sono filtrati dall’ambiente uterino: il feto è quindi esposto sia ai rumori interni del corpo materno sia a quelli provenienti dall’ambiente esterno.
UN'INFLUENZA CHE INIZIA SUBITO
Da queste ricerche risulta chiaro che l’ascolto della musica ha un forte impatto emotivo fin dalla nascita. I neonati fanno esperienza con la musica principalmente attraverso le relazioni sociali: genitori, nonni e tate che cantano ninnananne e canzoncine. Anche se è il canto materno quello con gli effetti più sostenuti sull’attivazione fisiologica del bambino.
Non solo ascoltare musica, ma anche imparare a suonare uno strumento è una funzione ad altissimo potenziale nella neuroplasticità dello sviluppo: migliora la sensibilità uditiva, le abilità linguistiche, motorie e di ragionamento nei bambini. Leggere uno spartito e utilizzare uno strumento per produrre una melodia ci permette di potenziare la nostra intelligenza e le nostre abilità. Anche in età adulta l’effetto è strabiliante.
Molto noto al riguardo è l’effetto Mozart, secondo cui le persone, dopo aver ascoltato musica classica, riescono a svolgere diversi compiti spaziali più rapidamente rispetto a prima come, ad esempio, mettere insieme un puzzle.
È quindi chiaro che la musica non solo ha un effetto positivo che viene dal piacere di ascoltarla, ma apporta importanti benefici correlati sia al linguaggio sia alle funzioni cognitive ed emotive. Per questo il consiglio a genitori e insegnanti è di fornire ai bambini l’opportunità di apprendere a usufruirne il prima possibile sia come ascoltatori, proponendo da piccoli buona musica, sia come produttori, insegnando loro a suonare uno strumento.