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Coltivare a scuola: l’orto sinergico nel giardino

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Coltivare a scuola: l’orto sinergico nel giardino
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Coltivare frutta e verdura a scuola applicando i principi dell’agricoltura sostenibile. L’esperienza di un maestro.

Una primavera di tre anni fa abbiamo deciso di trasformare l'orto didattico della scuola applicando alcuni principi dell’agricoltura sinergica. Partendo dalla forma a doppia spirale, che permette di entrare e uscire dall’orto senza mai tornare sui propri passi, abbiamo creato collinette di terra non più alte di mezzo metro, sulle quali coltivare ortaggi, fiori ed erbe.

La forma è stata concepita da un’insegnante di tecnologia della scuola secondaria di primo grado che ha spiegato ai propri alunni come si disegnano le spirali partendo dal fulcro. Invece di realizzare una tavola di disegno tecnico, alcuni studenti sono venuti nell’orto e, armati di spago, rametti e farina bianca, hanno tracciato una doppia spirale sul terreno. Poi con l’aiuto di un gruppo di adulti, abbiamo spalato la terra dalle zone di camminamento e creato le aiuole sopraelevate.

I ragazzi hanno portato a casa un bel 10 in tecnologia e la comunità scolastica ha ottenuto un’opera di architettura naturale di grande impatto visivo ed emotivo.

AGRICOLTURA SOSTENIBILE

L’agricoltura sinergica è un metodo di coltivazione elaborato dalla spagnola Emilia Hazelip che per trent’anni ha studiato e sperimentato le tecniche naturali del giapponese Masanobu Fukuoka, adattandole al clima mediterraneo. Si basa sulla constatazione che tra il terreno e le piante si crea uno scambio simbiotico. La terra fornisce alle piante tutti i nutrimenti necessari alla loro crescita. In cambio le piante creano terreno fertile attraverso i propri essudati radicali, ovvero i residui organici che lasciano.

In questo modo viene restituito alla terra, in termini energetici, più di quanto si prenda, facendo dell’agricoltura un’attività umana sostenibile.

I quattro principi dell’agricoltura sinergica, dunque, prevedono l’assenza totale di aratura o di qualsiasi altro tipo di disturbo del suolo; nessun apporto di fertilizzanti; nessun trattamento di sintesi e nessun compattamento del terreno.

Per i bambini è fantastico poter raccogliere carote e patate semplicemente scostando un poco la pacciamatura (copertura realizzata con materiali naturali). Inoltre, piantando in modo ravvicinato ortaggi, ori, piante aromatiche si crea un ambiente vario, adatto a ospitare animali e insetti antagonisti utili. E le consociazioni, così studiate, permettono di contenere gli attacchi parassitari e di fertilizzare naturalmente il suolo.

COME AVVIENE LA SEMINA

Una volta ottenuta la forma a spirale, le collinette sono state ricoperte di paglia. Poi negli anni successivi è stata rifatta la pacciamatura con le foglie e gli sfalci d’erba raccolte direttamente dal giardino della scuola.

Ai bambini di prima sono stati affidati i legumi. Fagioli, ceci, lenticchie e piselli vanno piantati ai margini del piano rialzato. Sono i più facili da far germogliare e crescono bene in primavera. In più, arricchiscono il terreno.

Lungo le sponde in discesa, invece, i bambini di seconda hanno seminato le composite, lattughe e cicorie. Ortaggi che non amano i ristagni d’acqua, perciò crescono meglio in leggera caduta. Sempre lungo le discese, gli alunni di terza hanno inserito le liliacee come aglio e cipolle. Antibiotici naturali che proteggono l’intero orto. In cima, sul piano rialzato, i bambini di quarta hanno collocato le solanacee: pomodori, peperoni, melanzane e zucchine. In alternanza con le crucifere (ravanelli, rucola e carote) e le chenopodiacee (spinaci e bietole). Questi ortaggi necessitano di molta acqua, ma restituiscono al terreno molta biomassa.

I bambini di quinta in ne hanno completato l’opera mettendo le aromatiche attorno all’orto (lavanda, menta, melissa, salvia, rosmarino) e i fiori (nasturzi, tagete, girasoli, calendule) tra un ortaggio e l’altro. Aromatiche e ori hanno anch’essi un ruolo protettivo nel sistema orto.

IL MOMENTO DELLA RACCOLTA

A differenza dell’orto classico, che prevede di piantare tanti ortaggi della stessa specie in filari, l’orto sinergico non prevede la concentrazione di una sola coltura. Al contrario, alterna una specie con l’altra, in modo che ciò che serve a una non serva all’altra. Così il suolo non si impoverisce e non deve essere vangato, perché tutto ciò che non viene raccolto resta sul terreno come pacciamatura e nutrimento.

I risultati sono ottimali dal punto di vista della qualità, un po’ meno per quantità, sempre abbastanza limitata rispetto alle bocche da sfamare. In primavera raccogliamo insalate, piselli, ravanelli, rucola, e le mangiamo direttamente in mensa. Durante la festa della scuola, agli inizi di giugno, vendiamo patate, cipolle, aglio e pomodorini. A settembre, con un po’ di fortuna, qualche zucca, zucchina, melanzana e peperone. A Natale, con gli aromi essiccati, confezioniamo sale aromatizzato e tisane. Nel frattempo l’autunno ci ha regalato montagne di foglie con le quali coprire tutto l’orto in modo che la terra non soffra il freddo.

E poi si ricomincia da capo.

ORTO A SCUOLA, UNA GRANDE OPPORTUNITÀ

Oggi un mio alunno mi ha detto: «Maestro, guarda il nostro orto! È più bello del tuo!». Io, che a casa mi diverto a coltivare, gli ho risposto: «Hai ragione, è più bello del mio. Ma ti ho insegnato io a farlo!». «Ma io lo sapevo fare anche prima di conoscerti» ha replicato. «Allora, vuol dire che ti ho solo dato la possibilità di coltivarlo».

 

Flavio Ratti insegna alla scuola primaria “Don Milani” dell’Istituto Comprensivo “Rita Levi Montalcini” a Cernusco sul Naviglio (Milano).

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