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Didattica a distanza: l’esperienza dell’IC Giovanni XXIII Acireale

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Didattica a distanza: l’esperienza dell’IC Giovanni XXIII Acireale
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La preside dell'istituto siciliano racconta i primi giorni dell'emergenza vissuti dal suo istituto. Una testimonianza di reazione e adattamento, pur tra tante difficoltà, per non arrendersi al virus e continuare a fare scuola di qualità.

C’era una volta una scuola che credeva di aver trovato una buona strada: l’abbiamo chiamata "Scuola libera tutti...Il cammino si fa andando”.

Era una scuola che organizza la pratica didattica sul Problem Based Learning, un modo di fare scuola con il curricolo orientato euristicamente alle Indicazioni Nazionali; una scuola del pensare e del fare, una scuola laboratoriale, centrata sull’esperienza, la relazione, la cooperazione con la magia della relazione tra spazi-docenti-allievi. Una scuola con punti di riferimento importanti: la persona e le routine, l’uso flessibile del tempo e l’Agorà, lo spazio di apprendimento dentro/fuori la scuola e Service Learning, l’Approccio Globale al curricolo, la progettazione per nuclei tematici centrata su routine di brainstorming.

Certo, si trattava di una strada intrapresa con lentezza, passo dopo passo, cercando soluzioni ai problemi; problemi che poi sono stati la nostra risorsa per il miglioramento, per orientare il nostro cammino. Le Tic (Tecnologie dell'informazione e della comunicazione, N.d.R) non erano entrate nel nostro modo sistemico di fare didattica, ma erano qualcosa d'utile per la gestione. GSuite, ad esempio, dal 2014 è stato utile utile per alcuni piccoli problemi come la coordinazione di sette plessi distanti con utenti e gruppi Gmail e G-Calendar per la gestione condivisa delle assenze e delle sostituzioni. Avevamo solo due classi con tablet in comodato d’uso gratuito, Padlet come materiale alternativo al libro di testo per Arte e un sito web continuamente da migliorare.

Poi all'improvviso il problema: tutta la Scuola italiana all’improvviso deve avviare la didattica a distanza!

La scuola Comunità dell’Approccio Globale al curricolo però vede la scuola come ambiente privilegiato di apprendimento e i bambini di scuola primaria, il venerdì precedente al comunicato, avevano lasciato libri e quaderni a scuola. Li lasciano sempre nella scuola-comunità.

LE DIFFICOLTÀ

Le routine, l’Agorà, i lavori di gruppo i laboratori sappiamo farli in presenza perché abbiamo bisogno del contatto, dell’esplicito e dell’implicito, degli sguardi, dei sorrisi , dei dubbi, delle parole, delle mani.

Abbiamo provato a resistere, il 6 non eravamo pronti e poi? Il 15 si rientra, no? No, non si rientra ancora, attività a distanza fino al 3 aprile. Abbiamo provato a Resistere alle pressioni del tutto e subito, alla corsa dell’efficienza a danno dell’efficacia. Abbiamo provato a resistere alla quantità rispetto alla qualità, a non pensare al risultato ma al processo. Abbiamo pensato ai nostri allievi tutti e ciascuno con le difficoltà e le aspettative delle famiglie. Abbiamo valutato rischi e minacce, punti di forza e opportunità (è l'analisi SWOT).

La comunità professionale si è attivata subito e la mattina del 5 Marzo il gruppo di ricerca era subito al lavoro; Nella stessa giornata tutti i docenti si sono messi a organizzare piccoli e grandi gruppi a distanza. Lo abbiamo fatto con con le nostre forze.

In G-suite abbiamo scoperto e imparato ad usare Hangout ,sostenuti dalle nostre e-mail e gruppi di lavoro. La visione d’insieme l’ho data io, ne ho sentito il bisogno come preside, ho realizzato il mini-sito con quello che avevo Google sites. La Giovanni XXIII non si ferma.

L’abbiamo chiamato Agorà d'Istanti perché bambini e ragazzi fanno routine di Agorà dal 2015; perché lì raccogliamo gli ISTANTI di tutti.

Dentro abbiamo messo subito quello che ci accomuna: il diario "Tienimi d’occhio", che avevamo tutti a casa, e pian piano tanto altro (https://sites.google.com/icacireale.it/lagiovanni23nonsiferma/home-page). Abbiamo attivato la responsabilità condivisa e siamo usciti dalla logica del giudizio dell’altro, dei ruoli e dei compiti.

La mail del Gruppo di ricerca è stata invasa da contributi dei docenti. Una raccolta di risorse e di contenuti per consolidare gli apprendimenti.

Per le attività didattiche disciplinari della secondaria si è deciso di usare una piattaforma We School (anche il nome ci aiuta: WeSchool sembra proprio la scuola del "Noi del SZ") gratuita accessibile da smartphone semplicemente inviando un codice classe attraverso una catena telefonica dei genitori e i loro rappresentanti
Attività interdisciplinari per la primaria con attività per fasce di classe per rassicurare le famiglie e impegnare i bambini.

Per raggiungere tutti so è imposto subito una regola comune e condivisa creare contenuti secondo e indicazioni AID (https://www.aiditalia.org/)

Dopo settimana di lavoro siamo passati a setacciare i problemi. Le attività? Troppe? Troppo poche? Compiti o lezioni? Una classe sola per la secondaria rischia di creare confusione? Sì, ma va bene per i ragazzi, che si trovano in gruppo con un solo accesso. Il solo sito poi non basta per comunicare con le famiglie e i bambini sentono la necessità incontrarsi e ritrovare i maestri. Rimane infinte l'urgente incombenza di creare una  routine.

Ci stiamo attivando, nonostante tutto. Perché siamo convinti che #andràtuttobene

Alfina Bertè, dirigente Scolastico I.C. Giovanni XXIII Acireale (CT)

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