"Che schifo!" È un’espressione che si sente spesso dire dai bambini. Di solito durante il momento del pasto. Basta che in mensa arrivi qualcosa di sgradito e immediatamente si alza nell’aria quest’espressione. Ma un cibo commestibile rappresenta l’esatto contrario di ciò che dovrebbe far pronunciare queste parole. “Schifo” è infatti il termine che sostituisce la parola “disgusto” alla quale questa espressione si riferisce. E il disgusto appartiene al novero delle sei emozioni primarie.
L'IMPORTANZA DEL DISGUSTO
È un’emozione che l’evoluzione ha selezionato a scopo protettivo. Tutto ciò che ci disgusta, infatti, rischia di contaminarci e di farci ammalare: ecco perché, grazie a questa emozione, stiamo a distanza da ciò che la attiva. Insetti velenosi, serpenti il cui morso può rivelarsi letale, ma anche le deiezioni umane, come feci e vomito: quando ci troviamo a confronto con questo genere di attivatori del disgusto, il nostro corpo si chiude e ci allontana dal contatto con tali elementi.
Il nostro cervello reagisce e funziona con strutture molto arcaiche che abbiamo ereditato dall’uomo primitivo. Per lui era fondamentale sentire questa emozione. Infatti, nell’antichità, l’emozione del disgusto ha salvato tantissime vite. Oggi questa emozione non serve più a proteggerci dal rischio di contaminazione e avvelenamento.
COME FUNZIONA IL DISGUSTO OGGI?
Agisce ancora allo stesso modo ma con modalità molto più sfumate. In effetti se una persona vicina a noi sulla metropolitana emana un cattivo odore perché è sudata o non si lava, noi ce ne accorgiamo perché il nostro cervello ci spinge a non stare in sua prossimità. Fondamentalmente il cervello sintetizza un bel po’ di dati ambientali ed evolutivi e sa che chi ha un cattivo odore e si lava poco può causare più facilmente un’infezione.
E questo è utile per far capire ai piccoli l'importanza dell'igiene personale.
NON SOLO SCHIFO "FISICO"
Ma il disgusto è un’emozione fondamentale per aiutare i bambini e le bambine a comprendere che cosa li può intossicare dal punto di vista sociale. Per esempio, per fare prevenzione degli abusi sessuali all’infanzia, un ottimo messaggio si basa proprio sull’attivazione del disgusto all’interno di interazioni con persone che ci obbligano a fare cose che ci mettono addosso un forte disagio, un senso di confusione o paura. Tipicamente, un bambino che si trova coinvolto in situazioni connotate sessualmente da parte di una persona più grande sente una sensazione di allarme, pericolo, disgusto al centro della pancia.
La stessa reazione emotiva che si attiva se ci trovassimo a contatto con una tarantola. Allora, ascoltare l’emozione del disgusto, può rivelarsi davvero un salvavita in situazioni e relazioni in cui ci accadono cose che non comprendiamo bene in termini cognitivi, ma che generano attivazioni emotive molto forti.
Educare i bambini a un buon uso dell’emozione del disgusto, alla sua analisi e validazione quando essa si attiva è quindi importante.
Questo significa evitare di usare espressioni disgustate di fronte a un cibo poco gradito. Ma insegnar loro a sentire il disgusto per stare alla larga da chi cerca di coinvolgerli in situazioni e contesti che possono rivelarsi deleteri. Ecco perché dobbiamo sempre intervenire quando a scuola il disgusto fa la sua comparsa e aiutare i bambini e le bambine a farne un uso competente che sappia valorizzare la funzione salvavita e protettiva di questa emozione primaria.
Focus Scuola è il nuovo mensile per gli insegnanti del Gruppo Mondadori, un magazine rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per aiutarli ad affrontare le nuove sfide dell’insegnamento nell’era digitale. La rivista propone approfondimenti sugli ultimi studi scientifici e pedagogici, ma anche idee di buone pratiche sperimentate in Italia e nel resto del mondo dai singoli insegnanti e fornisce spunti su didattiche innovative e sull’uso della tecnologia in classe