Finalità dell’azione educativa di ogni docente è quella di accompagnare lo studente verso l’acquisizione di un metodo che sia efficace e che gli consenta di studiare meglio e procedere in modo autonomo lungo il percorso per il raggiungimento degli obiettivi formativi programmati.
Per lo studente certificato Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento) o con difficoltà di apprendimento è fondamentale predisporre strategie didattiche alternative utilizzando strumenti compensativi e percorsi individualizzati che facciano leva sui suoi principali canali sensoriali, quali la vista e l’udito, e gli facilitino un positivo processo d’apprendimento in autonomia.
Uno degli strumenti d’apprendimento fondamentale può esser considerata la mappa, personalizzata e adattata al soggetto cui è destinata. Un esempio di strumento compensativo è quella che vi racconto in queste pagine, chiamato metodo Rebal e sperimentato in classe con bambini di quarta primaria. Lo strumento si presta soprattutto per affrontare materie in cui è richiesta la comprensione e lo studio di un testo, ad esempio di Storia.
IL METODO REBAL
Elemento catalizzatore di questo metodo è l’utilizzo del colore che consente allo studente di riconoscere in autonomia la giusta successione temporale degli avvenimenti, attraverso la suddivisione dei contenuti in vari riquadri colorati in cui il colore corrisponde a quello riportato nella mappa.
Il metodo nasce per sopperire alle criticità scolastiche manifestate dal bambino sfruttando, invece, le sue
capacità e le sue peculiarità. Esso cerca di compensare le difficoltà evidenziate nella comprensione, nella memorizzazione e nell’organizzazione delle varie sequenze, attraverso tre step fondamentali: ascolto (leggo), schematizzo, imparo.
La mappa utilizzata nel metodo Rebal è semplice, chiara, essenziale e di impatto visivo che vuole fornire, attraverso l’utilizzo dei colori (memoria visiva) e l’ascolto attivo (memoria uditiva), tecniche alternative utili al potenziamento della memoria a breve termine e della capacità di logica. È stata creata seguendo criteri logici ben precisi e articolati. Ha una struttura gerarchica con al vertice il titolo dell’argomento trattato da cui si sviluppano cinque nodi concettuali che contengono informazioni più specifiche.
Tale impostazione è stata pensata per far sì che l’alunno possa concentrarsi sull’individuazione dei concetti principali. Ogni nodo concettuale è rappresentato da colori diversi affinché l’alunno, una volta letto e ripetuto con parole proprie il testo all’interno delle singole sequenze, possa scrivere quanto capito. I nodi concettuali sono collegati tra loro da piccole frecce e hanno la funzione di guida sequenziale per aiutare il bambino a esporre in maniera autonoma la successione progressiva del testo.
LE FASI DEL METODO REBAL
L’insegnante introduce l’argomento da studiare anticipando il contenuto del testo e lo commenta con l’alunno in modo che il bambino abbia così una visione globale dell’argomento.
Poi segmenta il testo in sequenze (massimo cinque parti) e colora i bordi con i medesimi colori dei riquadri della mappa prestampata su cui poi l’alunno dovrà sintetizzare il contenuto della sequenza. L’insegnante legge il testo e il bambino ascolta. Per le prime volte sarà l’insegnante a leggere, successivamente l’alunno dovrà sostituire l’insegnante nella lettura.
A questo punto l’alunno riassume oralmente, con parole proprie, la sequenza appena letta (o ascoltata) e la riporta per iscritto nel riquadro che ha lo stesso colore della suddivisione del testo.
Poi dovrà ripetere, con parole proprie, quanto scritto seguendo le freccette presenti all’interno della mappa. La sistematicità di tale metodo porterà l’alunno ad acquisire precisi automatismi che lo aiuteranno a compensare le difficoltà manifestate permettendogli così di raggiungere con il tempo un’autonomia di studio affidabile, duratura e proficua ma soprattutto tenendo sempre viva e alta la sua autostima.
Maria Giovanna Ulivi lavora alla scuola primaria “Martin Luther King” di Firenze come insegnante di sostegno. Inoltre, opera come psicopedagogista specializzata in Dsa presso altri istituti.