Se siete un insegnante di sostegno saprete certamente che il nostro mestiere è totalizzante. Il carico di lavoro può essere talmente pesante da spezzare anche i più forti, rendendo estremamente difficile raggiungere un sano equilibrio tra attività professionale e vita privata.
Proprio per questo, eccovi cinque cose che avrei voluto sapere su questo lavoro prima di iniziarlo, nella speranza di aiutarvi a risparmiare tempo prezioso.
1 - CERCATE DI PREVENIRE I PROBLEMI COMPORTAMENTALI
Ogni comportamento è sempre un atto di comunicazione. I comportamenti estremi, come i capricci o gli atti violenti, generalmente si verificano quando un bambino è incapace di comunicare altrimenti un suo problema o un suo bisogno insoddisfatto.
Il consiglio: Risparmierete tempo e fatica introducendo in classe elementi visivi: l’orario delle lezioni dovrebbe essere un tabellone con immagini che aiutino i bambini a seguire la routine quotidiana. Appendete dei pannelli “ora” e “dopo” che li aiutino a prevedere cosa li aspetta. Questi piccoli trucchi possono fare molto per rassicurare e calmare gli stati d’ansia, evitando l’insorgere di comportamenti estremi. È fondamentale anche lavorare in team con i docenti curriculari, sia sul piano didattico che delle buone pratiche educative, in modo da favorire l'inclusione dei bambini problematici.
2 - ANDATE AL DI LÀ DELLE ETICHETTE
Ignorate le diagnosi. In apparenza questa è un’affermazione ardita. Ma per un insegnante di bambini con Bes è giusta. Per i genitori una diagnosi (o un’etichetta) è significativa e può contenere la chiave per ottenere l’aiuto di cui loro figlio ha bisogno.
Per gli insegnanti, invece, sono molto più importanti le strategie scelte che le etichette assegnate. Ricordate: nessuna etichetta definisce davvero un bambino.
Il consiglio: Lavorate insieme al bambino. Scoprite le sue manie e selezionate le vostre strategie in base a quello che avete scoperto. Dal punto di vista didattico, l’etichetta è irrilevante. Il consiglio migliore che posso offrire è quello di ricordarsi sempre che non esiste un bambino uguale all’altro, e questo è ancora più vero nel caso di bambini con bisogni educativi speciali.
3 - CERCATE DI CONOSCERE BENE I GENITORI
Vorrei aver saputo fin dall’inizio come ottenere il meglio dai genitori. Non è stata una deliberata omissione da parte mia. Semplicemente, non avevo mai considerato i genitori e la loro esperienza. Avevo impiegato anni a prepararmi all’insegnamento e a ottenere qualifiche aggiuntive per poter insegnare ai bambini con Bes: durante tutto questo tempo i genitori semplicemente erano usciti dal mio radar.
Ora invece mi rendo conto di quante conoscenze e capacità abbiano, non soltanto riguardo a loro figlio ma spesso anche riguardo ad altri bambini con bisogni speciali.
Il consiglio: Il più presto possibile andate a trovarli a casa. Impiegate tutto il tempo necessario a stringere un legame con loro, cercando di attingere a piene mani dalle loro conoscenze e abilità: ogni più piccolo espediente, strategia o informazione quasi sicuramente vi torneranno utili in qualche occasione.
4 - IMPARATE DAGLI ALTRI
Come ho scoperto a mie spese, non possiamo contare granché sulla formazione professionale o su altre forme di sostegno e supporto al di fuori della scuola. Dobbiamo fare gruppo e imparare ad aiutarci tra di noi.
Il consiglio: usate Twitter per restare in contatto con quanti più insegnanti potete. Leggete tutti i post relativi ai Bes: potrete trovare idee e soluzioni innovative. Aderite ai gruppi Facebook. Contattate altre scuole per condividere idee, progetti e risorse.
5 - PREPARATEVI A INDOSSARE MOLTI CAPPELLI DIVERSI
Tutti gli insegnanti si trovano a dover interpretare ruoli diversi, specialmente quelli che lavorano con bambini con Bes. Probabilmente vi verrà richiesto di insegnare materie diverse da quelle in cui siete specializzati, così che dovrete velocemente mettervi alla pari con la didattica.
Senza dimenticare la formazione continua, gli aggiornamenti, la collaborazione con i colleghi e così via.
Il consiglio: la formazione continua, gli aggiornamenti, la collaborazione con i colleghi e così via. Imparate ad accettare che non arriverete mai in fondo alla lista delle cose da fare. Non fatevi prendere dall’ansia di fronte al carico di lavoro che vi aspetta. Cercate di completare i compiti che considerate imperativi e accontentatevi di aver fatto del vostro meglio. Non lasciatevi tentare dal superlavoro, vi porterà all’esaurimento, mentre per essere una brava insegnante di sostegno avrete bisogno di tutte le vostre energie. E ricordatevi che, tra tutte le vostre priorità, i bambini sono sicuramente la principale
Adele Facco, dopo essere stata per 16 anni insegnante di sostegno a Bergamo, da 5 svolge il suo lavoro presso l’Istituto comprensivo statale “Margaritone” di Arezzo.