Quando si parla di ansia scolastica importante soffermarsi su alcuni dati Ocse in relazione alle indagini Pisa (Programme for International Student Assessment): il report triennale che l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo Economico conduce sui quindicenni di diversi Paesi del mondo hanno verificato come stanno i nostri ragazzi a scuola. Attraverso alcuni questionari sono stati rilevati fattori psicologici, fisici, cognitivi e sociali. La combinazione dei dati ci permette di dire che nelle scuole secondarie di primo grado il 73% degli studenti ha un indice di malessere che è superiore al benessere scolastico.
PERCHÈ GLI STUDENTI ITALIANI NON STANNO BENE A SCUOLA?
Gli indicatori hanno dimostrato che i nostri studenti riportano livelli di ansia scolastica maggiori rispetto ai coetanei di altri Paesi. Infatti il 70% degli studenti, anche se preparato, è molto in ansia nel momento in cui deve affrontare un test. L’ansia scolastica è uno dei fattori associati che ci indica la bassa soddisfazione di vita. Ma perché i nostri studenti stanno male in condizioni di criticità? Possiamo ritrovare tre cause.
La prima riguarda le variabili cognitive di qualità e quantità di carico di studio che i nostri studenti devono affrontare. L’ansia scolastica è maggiore nelle scuole in cui si studia più di 50 ore a settimana fra il lavoro fatto a casa e il lavoro svolto in classe.
La seconda causa è determinata dalle emozioni che sono collegate: alle richieste di alte prestazioni nelle verifiche, al giudizio di insegnanti e genitori e al poco tempo che i ragazzi hanno da dedicare alle loro passioni e hobby. A queste si aggiungono anche le emozioni di noia e di senso di colpa che accompagnano spesso la maggior parte dei nostri apprendimenti, tracciando le nostre memorie di ricordi negativi.
La terza condizione riguarda le variabili sociali, ovvero la fragilità dell’adulto che dovrebbe fare da guida. La formazione dell’immagine di sé è un processo molto complesso che tiene in piedi un equilibrio strutturale, che permette la formazione del proprio essere. Essa dipende dal rispecchiamento dell’immagine che viene rimandata dalle figure significative per i ragazzi: gli insegnanti e i genitori.
Nonostante ci siano questi predittori di malessere, dall’indagine Ocse Pisa viene evidenziato che il 65% degli studenti è comunque soddisfatto o molto soddisfatto della propria vita. Questo significa che noi adulti educatori dobbiamo fare un esame di realtà e darci uno scossone etico. Perché il dato implica anche che il 35% forse non è soddisfatto della propria vita. Ma il nostro obiettivo dovrebbe essere che tutti, ma proprio tutti, i nostri figli stiano bene nel proprio presente; o almeno vivano in un contesto educativo che si prodighi affinché lo siano.
Collaborazione ai testi di Annamaria Porru
Focus Scuola è il nuovo mensile per gli insegnanti del Gruppo Mondadori, un magazine rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per aiutarli ad affrontare le nuove sfide dell’insegnamento nell’era digitale. La rivista propone approfondimenti sugli ultimi studi scientifici e pedagogici, ma anche idee di buone pratiche sperimentate in Italia e nel resto del mondo dai singoli insegnanti e fornisce spunti su didattiche innovative e sull’uso della tecnologia in classe