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Alberto Villa, il maestro cantautore che insegna con la musica

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Alberto Villa, il maestro cantautore che insegna con la musica
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Il suo "Grammaticanto" ha aiutato migliaia di bambini ad affrontare l’ortografia, la fonetica, la morfologia e la sintassi cantando e ballando

«Sono l’articolo / da solo son ridicolo / ma quando incontro un nome / non lo lascio più». Alberto Villa mima un abbraccio e saltella allegro al ritmo della sua canzone. Il sorriso nasce spontaneo, e anche la simpatia per “quella parte variabile del discorso che precede il nome...”.

In 20 anni, il suo Grammaticanto ha aiutato migliaia di bambini ad affrontare l’ortografia, la fonetica, la morfologia e la sintassi. Cantando e ballando.

«L’idea mi è venuta nel 1998» racconta Villa, 66 anni, maestro ormai in pensione. «La mia era una classe difficile: quasi tutti i bambini avevano genitori separati o divorziati. Erano distratti, svogliati. Con la grammatica erano dolori. Mi sono preso l’influenza e a letto ho potuto riflettere con calma. All’improvviso, l’idea: perché non cantargliela? Io, che non avevo mai scritto una canzone in vita mia, ne ho composte otto di getto. E una volta guarito, le ho presentate in classe accompagnandole con la chitarra».

Un successo immediato. Tutti le cantavano e i più esagitati erano a ballare in prima fila. «Ho capito che l’idea funzionava davvero durante il dettato» spiega il maestro. «Quando arrivava qualche parola difficile, con la "gli" o la "cq", alcuni canticchiavano sottovoce per ricordarsi la regola».

IL METODO

I testi sono generalmente in rima e, come filastrocche, si imprimono facilmente nella memoria. I ritmi, i più vari. Le preposizioni sono un western, il verbo una macarena, il soggetto un rap, il suono "gn" un blues... E non mancano la disco music e la techno. Insomma, canzoni musicalmente ricche e il più possibile attuali.

«Il bambino vuole diventare grande» spiega Villa «non vuole le melodie banali». A diventar grandi si inizia da piccoli è proprio il titolo di una delle tantissime canzoni che il maestro ha raccolto in sette cd e cantato in oltre 600 scuole.

«Perfino alla scuola media è utile. Ricordo una classe a Napoli. Soltanto uno degli allievi aveva capito perfettamente la funzione dell’avverbio. Gli altri l’hanno imparata cantando con me e sono certo che non la scorderanno più».

UN APPROCCIO DI SUCCESSO

Il suo metodo è stato studiato con attenzione in diverse università e illustrato agli insegnanti in 120 corsi di formazione. Ha suscitato curiosità perfino all’estero.

«All’università di Bratislava mi hanno invitato perché lì si formano i cantanti lirici. I libretti delle opere sono generalmente in italiano e gli stranieri hanno spesso difficoltà con alcuni suoni della nostra lingua. A Santiago del Cile ho tenuto un corso a oltre 100 maestri e molte mie canzoni sono state tradotte in spagnolo. Nel 2015 il Miur mi ha inviato in Canada in un tour di 15 scuole dove ci sono alunni di origine italiana. E poi in Germania, in Paraguay, a Mosca! È proprio vero che la musica è un linguaggio universale: mi hanno compreso perfino lì».

MAESTRO PER PASSIONE

Alberto Villa ha insegnato per tutta la vita ma non ha ancora perso l’entusiasmo.

«Desideravo diventare un maestro fin da ragazzino» racconta. «Per un senso di giustizia: non mi piaceva il modo in cui in generale gli adulti trattavano i piccoli. La mia famiglia però era contraria. “Un mestiere da femmine” mi dicevano. Così mi sono iscritto a ragioneria, ma già il secondo anno ho mollato tutto e sono andato a fare l’operaio in una ditta metalmeccanica. Poi mi sono trasferito a Milano, in una fabbrica di cravatte. Ed è stata la mia fortuna, perché lì vicino c’era il Virgilio che organizzava corsi serali. Ho preso il diploma magistrale e ho passato il concorso nel ’74. Al primo incarico ero emozionato e spaventato. Temevo di non riuscire a conquistare l’attenzione dei bambini. Allora il pomeriggio prima dell’inizio della scuola montai sulla parete della classe, dietro la cattedra, una finestra con le persiane in legno. Da allora quella fu la mia “Finestra dello stupore”. La mattina la spalancavo insieme ai bambini e scoprivamo insieme che cosa avremmo imparato quel giorno».

«Credo molto nell’unicità di ogni singolo individuo» conclude Villa. «Finora sono passate su questa Terra 100 miliardi di persone e nessuna era uguale all’altra, neppure sotto il profilo genetico. Per questo in classe ho sempre dato titoli diversi per i temi, adatti a ciascun bambino. Al figlio di un meccanico, che non brillava certo per le sue doti di scrittore ma era un mago degli ingranaggi, diedi il tema "Io e il mio cacciavite". Scrisse un capolavoro»