Comprendere, incoraggiare, sostenere, motivare, accogliere, stimolare. Sono alcune delle sfide che, come ben sapete, vi ritrovate a dover affrontare ogni giorno, quando il suono della campanella dà il via a un nuovo giorno di scuola. E così, come Clark Kent deve destreggiarsi tra la sua vita normale e la sua identità di supereroe, anche voi in classe vi ritrovate ad assumere e gestire ruoli diversi. Perché alla fine siete motivatori, mentori, allenatori, registi, istruttori.
Del resto, la scuola per i vostri alunni e le vostre alunne è un’importante palestra perché proprio tra i banchi (o almeno, anche tra i banchi) diventano grandi, conoscono il mondo e loro stessi, si mettono alla prova.
Il punto è che anche se non sapete volare come Superman, voi insegnanti avete comunque dei super poteri con i quali non salverete il mondo, o almeno non nell’immediato, ma potete fare la differenza nella vita dei vostri studenti aiutandoli a spiccare il volo. Ciascuno nella sua direzione.
«Proprio per questo, quello dell’insegnante è un mestiere difficile ma prezioso, che la società dovrebbe valorizzare di più», commenta il pedagogista Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. «Insegnare» come spiega nel libro Cambiare la scuola si può (Bur Rizzoli) «non è un’operazione di travaso, non significa riempire di nozioni delle teste vuote, quanto piuttosto saper attivare, stimolare e gestire i processi di apprendimento degli alunni motivandoli a conoscere e a mpegnarsi per soddisfare il proprio desiderio di conoscenza».
Anche secondo l’insegnante Carlo Scataglini, autore di Il sostegno è un caos calmo (Erickson), chi fa questo mestiere ha il compito di sostenere e alimentare la curiosità e i talenti degli alunni, promuovendo un bel gioco di squadra. «Proprio come nel rugby: non c’è gioco offensivo senza il sostegno degli altri e la rete di solidarietà è fondamentale per far sì che chi ha la palla possa procedere con successo».
I NOVE SUPER POTERI
Vista a raggi X
È un potere straordinario: non ha nulla a che fare con la capacità di vedere se qualcuno copia o si distrae, ma con l’abilità che han- no i bravi insegnanti di vedere il potenziale di ogni studente. «Non si tratta di avere la bacchetta magica, ma uno sguardo sottile per riuscire a valorizzare ciascun bambino/a scovandone i talenti e le attitudini» afferma ScaIn occasione taglini. E così, credendo nelle loro capacità, si alimenta anche la loro autostima. Insomma, l’insegnante è anche una sorta di talent scout.
Creatività
È un super potere da non sottovalutare perché aiuta a contrastare la noia in classe, quindi fondamentale per tener desta l’attenzione e l’entusiasmo. «E l’entusiasmo degli insegnanti è contagioso» puntualizza Novara, che sottolinea quanto importante sia non perdere di vista che «si impara di più divertendosi, mentre non si favorisce l’apprendimento sopprimendo gioco, movimento e condivisione sociale».
Elasticità
Non sarete come Elastigirl degli Incredibili, la normale famiglia di super eroi, ma anche voi insegnanti avete una straordinaria elasticità (anche emotiva) che vi consente di differenziare l’approccio a misura del singolo studente, per semplificare e facilitare la sfida dell’apprendimento, all’insegna dell’inclusività.
Super pazienza
È la capacità di resettarsi ogni volta, senza pretendere dagli al-lievi qualcosa che non appartiene alla loro età e al loro percorso di apprendimento.
Potere d’innesco
Un buon insegnante è capace di accendere la miccia dell’apprendimento e alimentare il fuoco della curiosità, dell’interesse e della passione per la scoperta.
Potere di elogiare l’errore
Sbagliando si impara. «E proprio l’insegnante ha il potere di far comprendere ai suoi allievi che l’errore è un elemento fondante dell’apprendimento, un passaggio obbligato della crescita e di qualsiasi sfida» precisa Scataglini. E questo nella pratica si traduce non condannando gli errori con interventi di carattere mortificatorio o punitivo ma promuovendo l’autocorrezione, abbandonando la cultura dell’errore come fallimento e registrando i progressi graduali: «Anche perché stigmatizzando l’errore, i bambini si convincono di non essere capaci e non c’è niente di più difficile di insegnare qualcosa a qualcuno che è convinto di non essere capace. La mortificazione uccide la voglia e il desiderio di imparare» puntualizza Novara.
Presenza attiva ma discreta
«Si impara meglio con l’insegnante che fa da regista, che non con quello che sta al centro della scena; agli allievi va lasciato il ruolo da protagonisti dell’avventura scolastica» spiega Novara. Il super potere in questione è quindi la capacità di «promuovere e coordinare il lavoro, collaborativo, degli studenti nella consapevolezza che dai compagni, e lavorando insieme ai compagni, si impara, perché il lavoro di gruppo favorisce l’apprendimento» aggiunge Scataglini. Per questo, l’insegnante che spinge alla collaborazione offre opportunità straordinarie a ogni alunno.
Il potere del far fare
«Per imparare, c’è bisogno di fare, sperimentare, provare e non solo ascoltare, guardare e ripetere. Allora un potere fondamentale dell’insegnante è la capacità di fare dell’aula un buon laboratorio di apprendimento - che stimoli domande - e costruire lo spazio della classe come luogo di lavoro sociale e dinamico, che si adatta alle specifiche esigenze formative» sostiene Novara. In pratica, lo spazio va strutturato in funzione delle attività da svolgere in classe.
Sesto senso
Un po’ come Spider-man che avverte un fastidioso formicolio in caso di pericolo, anche voi insegnanti avete una sorta di sesto senso che vi rende vigili e capaci «di intercettare situazioni di disagio (reale o potenziale) che richiedono un tempestivo intervento per arginare prese in giro, atti di bullismo, emarginazioni, derisioni... e creare un ambiente posi- tivo e armonioso in classe» conclude Scataglini.