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Perché si dice “datti all’ippica”?

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Perché si dice “datti all’ippica”?
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Come mai, quando vogliamo bonariamente prendere in giro qualcuno non molto bravo in una certa attività ,gli si consiglia di "darsi all'ippica"? Ve lo diciamo noi

Quando si considera una persona incapace di fare qualcosa... spesso il consiglio è: «datti all'ippica»! Per la verità è un'espressione che si usava tanti anni fa. Sono i nostri papà o, meglio ancora, i nostri nonni che dicevano a qualcuno davvero imbranato di darsi all'ippica. Ma dove nasce questo modo di dire, e quando?

Umorismo napoletano

Secondo alcuni, "datti all'ippica" (ossia allo sport dell'equitazione) è un’espressione “inventata” dal  poeta napoletano Giovan Battista Marino nel ’600: consigliava di darsi all’ippica ai poeti incapaci, secondo lui, di  comporre versi intelligenti. A quell’epoca, infatti, lavorare nell'ambiente dei cavalli era considerato un mestiere umile.

Per altri, invece, darsi all'ippica deriva da una frase detta  nel 1931 dal poco lungimirante politico fascista Achille Starace. Giunto in ritardo a un convegno di medicina al quale era stato invitato, per giustificarsi disse di essere andato a cavalcare, come ogni giorno. E che non avrebbe mai potuto rinunciarvi. E agli stizziti medici disse anche: «fate ginnastica, non medicina. Abbandonate i libri e datevi all’ippica ». Con questa frase intendeva dire che era preferibile una vita sportiva e all'aria aperta piuttosto che una vita di studi e libri.

In entrambi i casi, come vedete, non si tratta esattamente di un complimento. eppure l'ippica è un nobilissimo sport e i cavalli rimangono animali meravigliosi!

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