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Parolacce sì, insulti no

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Come nascono e da dove vengono le parole maleducate e le parolacce? Ok, quasi sempre si imparano dagli adulti, però...

Hai ricevuto una nota o un castigo per aver detto una parolaccia?
Difenditi con... la scienza ma ricorda: parolacce sì, insulti no! Vediamo un interessante esperimento.

Un gruppo di studiosi
dell’Università inglese di Keele ha chiesto a 64 studenti di
immergere una mano nell’acqua gelata e resistere il più possibile,
pronunciando parolacce. Poi hanno fatto loro rifare l'esperimento, ma
con il divieto di imprecare: per distrarsi potevano solo descrivere...
un tavolo! Risultato? La prima volta i ragazzi sono riusciti a tenere
la mano al gelo più a lungo. Insomma, dire parolacce fa bene quando
ci si fa male, aiuta cioè a provare meno dolore e in generale a sfogarsi
:
traduce in parole le emozioni più forti (rabbia, paura, disgusto...) che,
altrimenti, magari esprimeremmo con la violenza, come dimostra un’altra
ricerca dello psichiatra americano Morton Reiser .

 

Già a 1-2 anni sappiamo il significato di sette parolacce, tra cui "merda" e "stupido"

Parole e parolacce

Alcune parolacce nascono da parole normali e, a volte, perdono o acquistano forza offensiva a seconda del periodo storico.
Ai tempi di Shakespeare, nel 1500, il termine bastardo (ancora oggi offensivo,
ma usato anche per indicare animali non di razza) era considerato un insulto
molto pesante; la parola merda, invece, era normale. Termini legati a
concetti religiosi, per esempio "diavolo", fino al 17° secolo erano parolacce e venivano
scritte con tutte le loro lettere separate dai trattini, ossia: d-i-a-v-o-l-o, come si fa ora sui forum per non
essere censurati.

 

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