Bernardo, sei anni, è un focusino che ha scritto al nostro Doc Ste, lo psicopedagogista Stefano Rossi, per chiedere un consiglio sull'uso dei videogiochi. Ecco la risposta:
Caro Bernardo, per rispondere alla tua domanda mi affiderò alle ricerche di Manfred Spitzer, uno scienziato tedesco che da molto tempo studia l’effetto di social e videogame sul cervello dei bambini.
Spitzer ha studiato il caso della Corea del Sud: uno degli Stati più tecnologici al mondo.
Analizzando i dati di questa nazione ha coniato il concetto di “demenza digitale”, che spiega con queste parole: l’esposizione agli schermi digitali diminuisce le capacità mentali del cervello dei bambini rendendole, paradossalmente, più simili a quelle degli anziani.
Secondo il gruppo di Spitzer, gli schermi diminuiscono capacità mentali importantissime: la capacità di concentrazione, ma anche la memoria e la capacità di gestire le emozioni. Il cervello dei bambini è neuroplastico: significa che è influenzato dalle esperienze vissute in questa fase della vita. Immaginalo come un pezzo di creta che viene modellato da ciò che fai, non solo dalle esperienze digitali, ma anche da quelle scolastiche, sportive, artistiche e relazionali.
Se le ricerche sui giochi digitali presentano luci e ombre, le ricerche sul gioco analogico (quello in carne e ossa) non lasciano dubbi: il gioco, soprattutto se di gruppo, fa fiorire le capacità del cervello umano. Tieni poi presente che i videogame sono progettati sfruttando il rilascio nel cervello di dopamina. La dopamina è il neurotrasmettitore del piacere, ma anche della dipendenza: per questo è così difficile staccarsi dagli schermi.
Il consiglio di Doc Ste: “Tratta bene il tuo cervello”.
Questo è uno degli articoli che trovi su Focus Junior n. 248, in edicola dal 17 agosto 2024. Se vuoi ricevere Focus Junior a casa ogni mese, clicca qui e abbonati!