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Perché facciamo gli scarabocchi?

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In genere sono interpretati come indice di svogliatezza e distrazione, ma uno studio ha dimostrato che fanno aumentare la concentrazione e la capacità di memorizzare le nuove informazioni. Leggi tutto su Focus Junior

Scarabocchi o appunti?

Grazie a una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica  Science, inoltre, gli  scarabocchi  sono passati addirittura dal grado di sgorbi a quello di appunti: per un esperimento hanno chiesto a una classe di prendere appunti durante una lezione di fisica,  scarabocchiando  quello che capivano, invece di scrivere. Hanno così scoperto che oltre a concentrarsi aiutano a capire meglio  cosa vuol dire  la lezione, perché visualizzandola la comprensione è più immediata... e poi seguirla diventa più divertente.

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Perché si scarabocchia?

La nostra mente è divisa in due parti: la  coscienza, che controlla i ragionamenti e le azioni volontarie di un individuo, e  l'inconscio , che controlla le emozioni ed è anche il custode di tutto ciò che non esprimiamo perché non capiamo cosa vuole dire  o ce ne vergogniamo (“se lo dico chissà cosa pensano di me”), o non sta bene dirli (“non lo dico alla mamma altrimenti si arrabbia” ).

Queste  emozioni , se non le si esprime a parole, vengono fuori in altri modi, perché  vogliono dire  qualcosa di importante: per esempio nei sogni o negli  scarabocchi , disegni spontanei, cioè quando   la nostra sfera cosciente è impegnata a fare altro (come dormire o ascoltare la lezione... non per forza nello stesso momento). Fare  scarabocchi  infatti  vuole un po' dire... sto sognando ad occhi aperti: mentre la coscienza è concentrata ad ascoltare, come quando dorme, il nostro inconscio è libero di esprimersi... come nei sogni.

È la mia mano che traccia scarabocchi, non io!

La nostra mano è allenata a governare gli impulsi mentali che arrivano da tutta l'area cerebrale, quindi risponde ai comandi di entrambe la sue sfere:  vuol dire  che riesce a “muoversi” e fare  scarabocchi  liberamente anche senza un particolare controllo cosciente da parte nostra.

Infatti quando poi li guardiamo non capiamo cosa vogliano dire. Insomma mano e cervello, cosciente o no, sono strettamente collegati, anche a livello anatomico, sia nell'evoluzione della specie umana che in quella di un individuo: all'aumento di particolari cellule nel cervello infatti corrisponde la crescita anatomica della mano di una persona, e dai primi segni scarabocchiati ” dell'uomo preistorico e del bambino si passa al segno definito dell'uomo moderno e dell'adulto.

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