Ogni anno, verso la fine di novembre, inizio a riempire una grande cesta di libri a tema natalizio. La ripongo sopra un antico baule di legno che riposa indisturbato nel mio soggiorno. Poi, appena l’abete è pronto, la trasferisco lì, sotto le campane di pasta di sale e le renne di legno appese dai miei bambini. Ci sono libri che ritornano ogni anno, perché unici e preziosi nello stile e nel contenuto. E poi ci sono alcune novità, che ricerco e leggo sempre con molta curiosità. Colgo l’occasione per raccontare qui grandi classici e alcune letture più recenti che anche quest’anno, insieme a delle buone tisane, riscalderanno i pomeriggi e le serate della mia famiglia.
PICCOLO LIBRO SULL’AMORE di Ulf Stark, illustrazioni di Ida Björs, ed. Iperborea, 2020.
Forse il mio preferito di Ulf Stark (a pari merito con La grande fuga). Il Natale è alle porte e il piccolo Fred sente la mancanza del papà, che per colpa della guerra, è nel lontano Nord. Fred deve accontentarsi di svelargli i suoi segreti parlandogli dalla presa d’aria del guardaroba, attraverso la quale gli pare di sentirlo vicino e di vederlo
sorridere. Tra primi amori, preziose amicizie, piccoli gesti di coraggio e belle sorprese, Ulf Stark accompagna il lettore nel mondo di incertezze del giovane protagonista, alla scoperta delle complessità della vita e del mondo adulto. Una scrittura delicata e acuta, da assaporare pagina dopo pagina, Natale dopo Natale.
NOTTE E NEVE di Mino Milani, illustrazioni di Angelo Ruta, ed. Einaudi Ragazzi, 2019. Ecco una serie di racconti editi da Einaudi che attendo ogni Natale con trepidazione. Uno di questi è Notte e neve, del grande Mino Milani. Si apre con uno scenario non certo sereno, ma molto significativo dopo le esperienze che abbiamo vissuto negli ultimi anni. 1918: la Grande Guerra è appena finita, lasciando morte e distruzione, terreno fertile per
epidemie come la Spagnola, terribile influenza che farà milioni di morti in tutta Europa. Milani narra la storia e il coraggio della madre, la giovane Piera, che vive con i genitori, il nonno, una sorella e cinque fratelli in un bel palazzo nella campagna pavese. La ragazza, unica della famiglia ad essere risparmiata dalla malattia, lotta con tutta sé stessa per salvare i suoi cari. Una pagina emozionante di vita vissuta, un racconto crudo, ma allo stesso tempo delicato che si chiude sotto un cielo grande e pieno di stelle, nella notte di Natale.
Alcuni racconti di questa serie, i cui singoli volumi sono illustrati da Angelo Ruta, sono tratti dalla raccolta “CHE NOTTE È QUESTA! OTTO RACCONTI DI NATALE”, ed. EL, 2014. Nella mia cesta ci sono sia quest’ultima, che i volumi singoli.
Quest’anno ha preso posto RITORNO A CASA di Guido Sgardoli, storia di un padre che decide di sfidare le regole del fronte e il gelo dell’inverno pur di donare alla propria famiglia un po’ di serenità e di calore nella notte di Natale.
È entrato nella cesta anche NUVOLE A DONDOLO di Luigi Dal Cin, illustrazioni di Serena Mabilia, racconto nuovo nuovo e quindi non presente nella raccolta del 2014 che ho citato. Narra di Baldassarre, il miglior falegname della città, pressato, durante il periodo natalizio, dalle richieste di cavalli a dondolo. Stanco e immerso nei ricordi dell’infanzia, non si accorge di aver intagliato una pecora a dondolo! Tutti i giocattolai si rifiutano di venderla, eppure questa idea inaspettata farà la gioia dei più piccoli e cambierà la vita di chi l’ha costruita. È scontato dire che ciascuno di questi racconti è da leggere tutto d’un fiato.
L’INCREDIBILE STORIA DI LAVINIA di Bianca Pitzorno, illustrazioni di Emanuela
Bussolati, Ed. Einaudi Ragazzi, 1985. Ecco un classico che diverte sempre, una fiaba, quella della piccola fiammiferaia, rivisitata in versione moderna da una grande narratrice per ragazze e ragazzi. La protagonista è Lavinia, una piccola mendicante, a cui una fata dal vestito azzurro e un po’ improbabile, dona un anello che ha il potere di trasformare in cacca ciò che desidera offrendole la possibilità di riscattarsi in un mondo egoista e crudele. Basta questo a fare della fiaba un racconto irriverente, con pillole di saggezza sparse tra pasticci, impicci e mucchietti maleodoranti, da leggere ad alta voce (non solo a Natale) lasciando scorrere le risate.
I FIGLI DI BABBO NATALE di Italo Calvino, in Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città, ed. Einaudi, 1963.
“Non c’è epoca dell’anno più gentile e buona, per il mondo dell’industria e del commercio, che il Natale e le settimane precedenti”. Inizia così il racconto di Calvino, un classico della letteratura per tutti. Calvino, prima di altri, riflette sull’immagine patinata del Natale, costruita tra fatturati e sorrisi, tra messaggi d’augurio aziendali e ore straordinarie in magazzini illuminati a giorno. Un racconto che pone l’attenzione su tutto ciò che eccede e che esula dallo spirito natalizio, con l’ironia e l’irriverenza di un grande scrittore, per il quale il Natale sembra iniziare soltanto là, dove “c’era una linea in cui finiva il bosco tutto nero e cominciava la neve tutta bianca", dove “il leprotto correva di qua ed il lupo di là”. Tra le righe finali, sembra di vederlo il leprotto-Calvino, “invisibile” che si strofina l’orecchio con una zampa e scappa dalla follia e dall’eccesso saltando verso la sua tana “sepolta tra la neve, nella calda terra rossa sotto uno strato di ricci di castagna”.
UN CANTO DI NATALE di Charles Dickens, illustrazioni di Roberto Innocenti, ed. La Margherita, 2015.
Di questo racconto, classico dei classici, sulla cui forza e magia molto è stato già scritto, nella mia cesta troneggia l’edizione del 2015 de La Margherita, con le meravigliose illustrazioni di Roberto Innocenti. Un volume importante, nelle dimensioni e nel peso, come è giusto che sia per un’opera di questo calibro. Lo leggo insieme ai miei figli come un calendario dell’Avvento, giorno per giorno, un pezzetto alla volta. Credo sia il ritmo giusto per apprezzare non solo il racconto, ma soprattutto le tavole illustrate, preziose e ricchissime di particolari. Sostiamo in silenzio sugli scorci del borgo innevato, sulle linee dei palazzi della città, sulle espressioni dei volti, sugli interni quasi tangibili. Gli occhi dei miei bambini seguono i volo della mongolfiera tra le nuvole, i disegni del tappeto nella sala delle feste per poi perdersi nella doppia pagina costruita attorno all’insegna della bottega J. Butler, vero capolavoro di dettagli ed emozioni.
L’ULTIMO REGALO DI BABBO NATALE, di Marie-Aude Murail, illustrato da Quentin
Blake, ed. Camelozampa, 2017.
Sappiamo che Marie- Aude Murail è una grande scrittrice, sappiamo che Quentin Blake è un maestro dell’illustrazione (presto sarà il suo compleanno!) e sappiamo che Camelozampa pone sempre estrema attenzione nelle sue scelte editoriali. Serve altro per capire che L’ULTIMO REGALO DI BABBO NATALE è un piccolo gioiellino? Un racconto di passaggio, un filo leggero che tiene ancora legati alla magia e alla meraviglia del Natale. Da leggere a otto, nove, dieci anni...e da rileggere ogni Natale successivo. Julien è troppo grande per credere ancora a Babbo Natale. Quindi ha deciso che gli scriverà per l’ultima volta. Ma il Natale riserva sempre delle sorprese...e anche per lui c’è in serbo qualcosa di inaspettato.
Mi piace leggere questo racconto insieme al più recente UN MILIONE DI BABBI NATALE di Hiroko Motai, illustrazioni di Marika Maijala, ed. Terre di Mezzo, 2020. Come fa Babbo Natale a consegnare tutti i regali in una notte sola? É la domanda che tutte le bambine e tutti i bambini si fanno prima o poi. Un tempo era facile, si racconta qui, perché i bambini erano pochi. Il che non fa una piega. Ma, anno dopo anno sono diventati sempre di più e Babbo Natale ha dovuto per forza inventarsi qualcosa. Ha chiesto aiuto a qualcuno che ne sapeva parecchio e...voilà...soluzione trovata! Il finale è geniale, da scoprire con occhi e orecchie curiose.
Quest’anno sono usciti due albi bellissimi di Astrid Lindgren: QUANDO JOHAN TROVÒ UNA VITELLINA, illustrazioni di Marit Törnqvist, ed. Camelozampa, 2022 e IL MIO PICCOLO NATALE, illustrazioni di Cecilia Heikkilä, ed. Mondadori, 2022. Entrambi i racconti narrano di un Natale lontano, di attese trepidanti e atmosfere speciali. Il primo è una storia che commuove, fatta di umiltà e altruismo, con note di ironia in perfetto stile Lindgren. Il secondo è un ricordo d’infanzia della scrittrice, quando era una bambina e viveva in una fattoria dello Småland.
Il mio albo preferito di Astrid Lindgren, tra quelli usciti negli ultimi anni, rimane comunque NATALE NELLA STALLA, illustrazioni di Lars Klinting, ed. Il gioco di leggere, 2017. Forse perché i miei figli, soprattutto il più piccolo, mi chiedono di leggerlo e rileggerlo come se la narrazione non dovesse finire mai. È il racconto della natività, sospeso tuttavia in una dimensione atemporale e senza collocazione geografica, espediente che conduce la narrazione verso tutti. Due viandanti, un uomo e una donna, camminano in una fredda notte d’inverno. Non si sa la loro meta, non si conosce la loro provenienza, nessuno si preoccupa di loro. Hanno bisogno di un riparo, di casa e di calore. Trovano tutto questo in una stalla, dove sono gli animali a prendersi cura di loro; la Lindgren scrive addirittura che gli animali “forse compresero” i bisogni di quest’uomo e questa donna. Parole che inducono riflessione. Il resto dell’umanità, all’inizio, non è presente nel racconto. Solo verso la fine entra a farvi parte, attraverso la figura dei pastori che tornano alla stalla. Un racconto di una purezza infinita.
Nel rituale dell’Avvento con i miei bambini, sia a scuola che in famiglia, mi piace molto utilizzare le letture.
Uno dei testi che ben si prestano a questa tradizione è senza dubbio NATALE NEL GRANDE BOSCO, di Ulf Stark, illustrazioni di Eva Eriksson, ed. Il gioco di leggere, 2018. Il racconto, corposo, è suddiviso in venticinque capitoli, perfetti per essere letti uno al giorno. Un racconto in cui le tradizioni scandinave affiorano pagina dopo pagina regalando l’impressione di un racconto d’altri tempi, che si ascolta come le fiabe, antiche quanto il Tomte. Una storia che ci riporta senz’altro al passato, che riconduce all’antico rito della narrazione orale, quella dei nostri avi, che qui, nelle mie montagne, si riunivano al caldo delle stalle per far filò, momento di trasmissione di credenze popolari ancora vive nelle comunità prealpine.
È proprio la montagna, elemento che ricerco sempre più spesso nei libri, a fare da sfondo al racconto L’OSPITE DELLA VIGILIA, di Erri De Luca, illustrazioni di Alessandro Sanna, ed. terre di Mezzo, 2020. I racconti di Natale hanno la capacità di risvegliare emozioni tanto nei bambini quanto negli adulti. E questo racconto lo fa con dovizia di dettagli, vuoi per la sua elevata componente poetica, vuoi per la profondità dei valori che veicola, vuoi per l’atmosfera sospesa, vuoi per le illustrazioni di Alessandro Sanna, delicate e potenti allo stesso tempo. Mi fermo, va letto e basta. Un piccolo, grande, concentrato di suggestioni. Concludo questo percorso con due albi illustrati in cui la fanno da padrone i toni del bianco e dell’azzurro.
SNOW, di Sam Usher, ed. Templar Books, 2014 e l’edizione italiana, NEVE, traduzione di Maria Pia Secciani, ED. Clichy editore, 2021. Sarà che a Natale si vuole ancora più bene ai nonni, sarà che la neve piace ai nonni come ai nipotini, sarà che Sam Usher sa giocare con le parole e le immagini in modo magistrale, ma questo albo è una meraviglia. E lo sono anche SUN, RAIN, STORM (ed. originale Templar Books e traduzione italiana di ed. Clichy). In ciascuno di essi, l’intesa tra nonno e nipote arriva al cuore, come la conclusione a cui essi giungono al termine di ogni avventura, genuina e ineccepibile.
UN’ECCEZIONALE NEVICATA di Richard Curtis, illustrazioni di Rebecca Cobb, ed. Gallucci, 2014.
Finisco sempre nel citare questo albo tra i miei preferiti a tema natalizio. Il motivo è semplice e si è intuito anche sopra: adoro la neve. Ma c’è un altro motivo per cui questo albo non abbandonerà facilmente la mia cesta. Nell’inverno del 2014, ebbi la fortuna di collaborare ad un progetto della rete bibliotecaria vicentina, assieme a due amiche e lettrici fantastiche, Marina e Carla. La fortuna è legata al fatto che portammo la nostra valigia di libri in luoghi lontani dalle grandi città, in piccole biblioteche di paesini accoccolati sotto le montagne. Trovammo bambini curiosi, vivaci e attenti. Ricordo ancora la classe che venne ad ascoltarci scendendo direttamente dalla
propria aula, collocata sopra la sala della biblioteca in cui avevamo allestito il nostro piccolo “set”. Il maestro, cappello e barba bianca, indossava una giacca di lana cotta e un’espressione solenne. Per un attimo mi sembrò di riconoscere in lui Mario Rigoni Stern, tanto gli assomigliava, e provai un’istantanea ammirazione. Bambine e bambini lo seguivano, con rispetto. Lui ci sorrise e chiese loro di ringraziarci ancora prima che iniziassimo a leggere. Fu solo il primo degli incontri che, a pensarci ora, mi scaldano il cuore.
Scegliemmo, tra i tanti, di leggere anche l’albo di Curtis perché quell’anno era freddo e nevicava. Fu una scelta perfetta. Bambine e bambini si innamorarono del signor Trapper, il maestro burbero che costruisce un intero esercito di pupazzi di neve e che prende parte alla più impressionante battaglia di palle di neve che la storia ricordi. E alla fine me ne innamorai anch’io. É per questo che leggo e rileggo questo libro ai miei figli e ai miei alunni ogni anno sperando, insieme a loro, che sia finalmente l’anno dell’eccezionale nevicata.