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Halloween: intervista (immaginaria) con il vampiro!

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Come avvicinarsi a dovere alla festa di Halloween? Ecco i consigli di un esperto: il vampiro Ruthven...O Riven...

Vampiro o... “Dolcetto o scherzetto?”. Si avvicina la notte delle zucche, Halloween, l’incubo degli adulti e la rivincita dei ragazzi. Perché il ritorno dei mostri sia vissuto al meglio, è necessario l’abito giusto.

La scelta è ampia: si va dai fantasmi con il semplice lenzuolo, agli zombie dai vestiti strappati. Meglio vederci chiaro: la scelta del travestimento giusto potrebbe dare una svolta alla vostra notte delle zucche.

Ecco dunque una serie di consigli da parte di uno specialista dello spavento!

INTERVISTA AL SIGNORE DELLA NOTTE

Ha denti lunghi, ma lo si vede spesso vestire con abiti raffinati ed eleganti, è un po’ pallido, forse perché è a corto di sangue.

È il protagonista del racconto del 1819, Il Vampiro, di John William Polidori, che gli ha dato una notorietà tale da identificarlo con il “vampiro” per antonomasia. Questo, prima che comparisse sulla scena un certo Dracula.

Il suo nome fa tremare qualsiasi ragazza, o per la paura, o per amore. I suoi modi ingannano, secondi solo al suo linguaggio, forbito e ambiguo.

Signore e signori, il vampiro Lord Ruthven!

Innanzitutto, la ringrazio di avermi fatto entrare nel suo castello e aver accettato di incontrarmi Lord Ruthven…
“Riven”, il mio nome si pronuncia “Riven”.

Ah! Perfetto, chiedo scusa.
Non si preoccupi, in passato ho ucciso per molto meno, ma questa volta preferirei non sporcare il pavimento, l’ho fatto lucidare da poco.

Capisco.. Ehm, tornando a noi: come pensa di consigliare un buon travestimento per Halloween?
Figliolo, se esiste qualcuno che può dare preziosi consigli su come travestirsi per la notte delle zucche, quello sono io.

È molto sicuro di sé…
Lo credo bene! È la mia natura. Sono tutti bravi a spaventare la gente, persino gli insegnanti quando annunciano agli alunni di voler fare una verifica a sorpresa. Ma, per viaggiare su livelli più alti, come dei veri specialisti, bisogna credere di esserne in grado. È questo che distingue noi vampiri dagli altri mostri.

Ecco, a proposito di vampiri: in che rapporti è con il Conte Dracula?
Non pronunciare quel nome in casa mia!

Direi che non sono buoni…
Altro che! Quel pomposo perdigiorno dovrebbe starmi alla larga dopo quello che mi ha fatto. Una volta era il Mio nome e non il Suo a rappresentare i vampiri. Poi c’è stato quello scrittore irlandese, quel Bram Stoker che gli ha dedicato un romanzo, e io sono passato in secondo piano. Ha idea del danno che ho patito per colpa sua? La gente mi aveva quasi dimenticato, ora le cose vanno meglio, ma per molto tempo sono stato la sua ombra.

Mi dispiace, non volevo farle tornare in mente brutti ricordi.
Non si preoccupi, ora è passata. Anzi, ci rido sopra. Anche Dracula adesso sa cosa significa essere messi da parte. Quel vanesio è caduto in una crisi talmente nera che ha dovuto aprire un Hotel per mostri, per racimolare qualcosa. Un vampiro non potrebbe cadere più in basso di così.

Vedo che lei, invece se la passa piuttosto bene.
Non mi lamento. Anzi, ora che si avvicina la notte di Halloween mi sfrego le mani, ma non per le vittime, ma per la “gara”.

Gara? Quale gara?
Deve sapere, caro giovine, che tra noi vampiri esiste una competizione silenziosa, in merito a chi sia il più elegante e “magnetico” nella notte di Halloween. Più si è bravi, più il prestigio aumenta, e nell’Alta Società dei vampiri questa è una regola fondamentale. Si tratta di un regolamento non scritto, nato da quando ci siamo emancipati dalle prime leggende sul nostro conto.

In che senso “emancipati dalle prime leggende”?
Vede, una volta, agli albori della civiltà umana, quando gli Antichi Egizi si sfidavano a chi scolpiva le sfingi più grandi e i romani fondavano un impero, i vampiri, purtroppo, non erano quel misto vincente di fascino, eleganza e spietata astuzia che sono adesso. Erano molto più simili a zombie-sanguisughe, se mi consente il paragone. Del tutto privi di intelletto e incapaci di infilare una parola dietro l’altra, questi vampiri attaccavano di notte le loro prede, con l’agilità di uno scimpanzé. Nell’antica Grecia li chiamavano Brucòlacas.

 

A vedervi adesso, avete fatto passi da gigante! Invece, come dovrebbe essere un vero vampiro, oggi, secondo lei?
Dunque, quando si pensa a noi vampiri, specialmente se si ha l’intenzione di vestirne i panni, bisogna tenere a mente 3 cose: eleganza, creatività e fascino. Un vero vampiro che si rispetti è un abile conversatore, in grado di intrattenere gli ospiti, di convincerli a donargli i loro dolcetti, o il loro sangue, a seconda della posta in gioco. Certo, siamo dotati di una forza non comune, ma non prendeteci per Superman, non abbiamo Quel tipo di forza. Siamo molto agili e capaci di assumere diverse forme.

Per caso intende il trasformarsi nell’iconico pipistrello?
Ecco, dovete ringraziare Dracula e i suoi stereotipi insulsi per pensare a una cosa del genere. Possiamo essere qualsiasi cosa vogliamo: una tigre, un orso, un lupo. Un elefante, magari, e sì, anche un banalissimo, fin troppo conosciuto pipistrello.

Prima mi ha parlato di eleganza. Può essere più specifico?
Vede, la cosa che spiazza di noi è la capacità di essere del tutto simili agli esseri umani, seppure con una dose in più di arguzia. Alla forza bruta, i vampiri prediligono le buone maniere, così da far sentire chi è loro intorno a proprio agio. Gli esseri umani non vedono che l’apparenza umana del vampiro, ingannati dai modi e dalla gentilezza dello stesso. Non immaginano neanche lontanamente di trovarsi di fronte al più terribile predatore di tutti i tempi. Ebbene, i vampiri comuni si limitano a mimetizzarsi tra la folla, i migliori tra di noi puntano a stupirla. Ecco perché bisogna essere eleganti, ma anche un po’ creativi: una camicia e dei jeans? Certo, perché, no? Ma corrediamoli con un mantello e una cravatta. Un po’ di pallore e una pettinata andranno benissimo. Attenzione ai denti finti!

 

Attenzione ai denti finti? Perché, scusi?
Lei non può neanche immaginarselo. Sono secoli che con il mio dentista cerchiamo di limarli, non le dico il dolore. Sì, d’accordo, sono pittoreschi, sono lugubri, ma anche parecchio ingombranti: come accidenti si fa a pronunciare “Dolcetto o scherzetto?”, mantenendo quel contegno cortese di cui parlavo prima, se in bocca hai la dentatura di un tricheco? Il mio è un consiglio: lasciate perdere i denti finti, o per lo meno, sfoggiateli quando non dovete più parlare.

Benissimo, faremo attenzione ai canini extra large. Qualche altro consiglio?
Certo! Abbiamo parlato di eleganza, abbiamo parlato di creatività, ma ci siamo dimenticati anche dell’elemento più importante: il fascino. Un vero vampiro sa essere affascinante. Non si tratta di essere dei modelli da rivista, o di avere una bellezza disarmante, il fascino è un’altra cosa: la capacità di far concentrare l’attenzione della vittima su di sé. Come si fa ad essere affascinanti? Semplice: con la cortesia. Con un sorriso ben piazzato e buone maniere vi spalancheranno tutti la porta, riempiendovi il sacco di dolcetti. Mi raccomando, è molto importante: siate sempre cortesi per ottenere il risultato migliore. E non entrate nelle case delle vittime, senza che queste vi abbiano invitato ad accomodarvi. Per noi vampiri violare le dimore altrui, senza l’invito del padrone di casa, è proibito. Ci inceneriamo prima ancora di aver poggiato un piede nell’ingresso.

Eleganza, creatività e fascino, a vederli così insieme spaventano già da soli. C’è un trucco per gestirli tutti insieme senza fare figuracce?

Certo che c’è! Sembrerà banale, ma perché funzioni, ragazzi, dovete essere voi stessi. In fondo che cosa sarebbero i vampiri, senza la loro “parte umana”?

Sarebbero dei Brucòlacas!
Esatto! Animali senza cervello e per niente affascinanti. La domanda che dovete farvi ragazzi, non è “Come posso assomigliare al Grande Vampiro Lord Ruthven?” perché c’è un solo Lord Ruthven, così come c’è un solo vampiro in ognuno di voi. Il vampiro Christian non sarà mai il vampiro Alessandro, o la vampiressa Giulia. Cercate il vampiro dentro di voi e ascoltatelo. Vi sentirete subito a vostro agio. È questo il trucco: se siete a vostro agio voi, potranno esserlo anche le vostre povere vittime. Da qui, tutto il resto vi verrà naturale. E sarete sicuri di voi stessi, perché non c’è vampiro che non lo sia. Assumete un titolo nobiliare, per far capire il vostro rango: conte, contessa, lord, lady, quello che il vostro vampiro interiore vi ispira. Siate cortesi, ma non sottomessi, poiché siete voi i capi, e un vero capo aiuta sempre i compagni, mica come quel delinquente di Dracula! E per finire, accorgimenti importanti: non toccate l’aglio, evitate di abbronzarvi al sole. L’argento potete toccarlo, tranne i coltelli. Non sporcate di sangue i vestiti, che poi a lavarli ci si mette troppo. In bocca al drago, vampiri!

Il sole sta sorgendo, e il mio ospite resta stupito di come l’alba si sia fatta avanti così presto: aveva un’ottima idea per la cena, mi dice. Ma purtroppo il giorno è alle porte e il vampiro deve andare a dormire. Ci rincontreremo? Non vi so dire, ma di certo dovrò fargli sapere cosa ne pensiate voi dei suoi consigli. Mentre vado via, il sole illumina coi suoi raggi i tetti acuminati del castello. Prima di lasciare quelle strade, mi fermo davanti a un bidone della spazzatura, apro il coperchio e tiro fuori dalla tasca quello che devo buttare. Ora che non mi punzecchiano più dalle tasche, mi sento meglio...

...Dannati denti finti!
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