Sì, conosco anche un'altra ragazza che ha fatto lo stesso programma per imparare a dire le parole che non si dicono o si dicono con nomi un po' bislacchi. Tipo pisello, birillo, banana, pipino, pistolino, anguillo, cetriolo, aggeggio, coso, uccello... (e ti risparmio i più volgari), che poi sarebbe il pene. Oppure bernarda, berta, conchiglia, micia, passerina, patata, patatina, patonza, pisella, topa... che poi sarebbe l'organo sessuale femminile (la vagina è solo un a parte). È normale essere imbarazzati a parlarne? Be', forse sì. Quello che secondo me è poco normale, invece, è non parlarne. Soprattutto in Italia il silenzio che a volte cala quando si tratta di parlare di sesso ai bambini, quello sì, è davvero imbarazzante. Non si sa cosa dire. Ci si guarda intorno. Si fanno sorrisoni. Si abbozza un “sei ancora troppo piccolo/a per queste cose”. Si scomodano le api, che non è proprio incoraggiante come esempio per i maschi (l'ape maschio muore subito dopo il rapporto sessuale con la femmina perché gli esplode il pene!). Insomma, anche se la povera cicogna, che ha portato più bambini che regali Babbo Natale, probabilmente non la usa più nessuno come esempio, ben vengano programmi di educazione sessuale come questo. Parlare di sesso è imbarazzante e magari un po' freddino quando si usano termini scientifici e si affronta la questione solo da un punto di vista anatomico. Non parlarne, però, è stupido. Anche la spiegazione del naso su wikipedia è freddina e, di sicuro, non rende l'idea delle emozioni che provi quando poi gli odori li senti per davvero. Però nessuno si imbarazza a parlarne e sapere come funziona il naso è molto utile.