Vivono tra noi. Vivono con noi. Ce li troviamo ovunque. In casa. A scuola. Per strada. Sui social. Non ci mollano un attimo. Ci controllano. Ci squadrano dall’alto verso il basso. Ci interrogano. Ci dicono che cosa fare e che cosa non fare. Che cosa è bene e che cosa non è bene. Quando svegliarsi e quando andare a letto. Ci impongono orari, abitudini, regole! Dicono cose incomprensibili, mostrano look imbarazzanti e faticano a capire la differenza tra una caffettiera e uno smartphone.
Non vengono da un altro pianeta, ma spesso ci sembrano degli alieni. Sì, stiamo parlando proprio di loro: degli adulti. Specie che conosciamo molto bene. Ma, detto tra noi, se ne potrebbe fare a meno? Probabilmente no, ma ci siamo comunque divertiti a fare il gioco del “Facciamo finta che...”. E abbiamo fatto finta che attorno a noi ci fosse un mondo completamente senza adulti. Il risultato? Tutto da leggere, prima di diventare troppo grandi!
Faccio quello che voglio, faccio quello che mi va… Eccola qua, direttamente dal tormentone del 2018 di Fabio Rovazzi, quella che potrebbe essere la “Costituzione” del mondo svuotato dagli adulti. Già, le regole non ci piacciono proprio e, senza grandi tra i piedi, il desiderio va subito lì, alla possibilità di seguire il proprio istinto, senza imposizioni e limitazioni.
Anche se, nella sua storia, l’uomo lo ha capito abbastanza in fretta che per vivere in società era necessario avere delle leggi. Basti pensare al Codice di Hammurabi, stilato dal re babilonese più di 3mila anni fa e inciso su una stele di diorite (roccia) oggi conservata al Museo del Louvre, a Parigi. E anche in democrazia le leggi sono fondamentali, perché segnano il confine tra la libertà individuale e quella degli altri: sono come un libretto d’istruzioni della giusta convivenza.
Quindi, anche senza adulti, forse, non potremmo fare a meno di regole perché sarebbe il caos, l’anarchia. Potremmo però farle diverse, più a nostra misura. Meno ingiuste di come spesso ci appaiono quando vengono calate dall’alto. E, sicuramente, avendole scritte noi, sarebbero più chiari il significato, la finalità e l’utilità.
Senza adulti non significa senza un “governo”. Anche nella fantasocietà che ci immaginiamo servono un capo e un’organizzazione. E come hanno descritto gli scrittori Fabio Geda e Marco Magnone nella saga Berlin (storia ambientata in una Berlino abitata solo da ragazzi) ce la si può cavare solo se si trova una forma di accordo e di alleanza.
Sta quindi a noi, in assenza dei grandi, trovare il modo per eleggere un leader: potrebbe essere il più votato da tutti o il più bravo a scuola, il più capace a parlare o quello più abile con il computer. Ma la fantasia non ha limiti: potrebbe essere il più veloce a correre o il più intonato a cantare, il più alto della classe o quello con i vestiti più colorati. Il bello di una società tutta da inventare è: quale soluzione adottare per il bene del gruppo.
«Te l’avevo detto», «Quando ero bambino io...», «Hai preso la giacca che viene freddo?», «Asciugati bene i capelli!», «Ma come, devo già farti un’altra ricarica?». Quante volte abbiamo sentito queste parole uscire dalla bocca dei nostri genitori! Eh sì, zero fantasia: la playlist delle frasi che utilizzano ogni giorno è proprio monotona.
Ecco un elenco (incompleto) di tutto ciò che, finalmente, non ci sentiremmo più noiosamente ripetere in un pianeta adult free! Pronti allora a premere il tasto “canc”?
Niente scuola! La vita senza adulti la vediamo soprattutto così: senza banchi, senza libri e senza compiti. Magari?! Beh, insomma... parliamone! Un’istruzione è necessaria e cancellare la scuola non sembra proprio una grande idea, anche solo per rispetto verso gli oltre 120 milioni di bambini e bambine nel mondo che ogni anno a scuola non ci possono proprio andare.
Però, in mancanza di professori, potrebbe essere l’occasione per disegnarci delle lezioni a nostra misura: orari elastici, inizio delle lezioni a metà mattinata, aule belle e accoglienti, materie da scegliere tra ciò che interessa, zero compiti a casa e zero interrogazioni. E, soprattutto, bye bye voti! E in cattedra chi ci andrebbe? Si potrebbe fare un po’ a turno: a rotazione, chi ha conoscenze e competenze diventa docente il tempo necessario a insegnare quello che meglio sa.
Imparare a cucinare la pasta alla carbonara. Scoprire come si fa ad aggiustare la catena della bicicletta. Capire come stirare una camicia, coltivare una pianta di pomodoro o suonare un accordo di chitarra. Non sappiamo fare qualcosa e non ci sono adulti nei paraggi? Nessun problema: in rete si trova un tutorial su tutto! Non a caso l’espressione How to..., cioè "Come si fa...", è una delle più cercate su Google.
Ma basta il Web per sostituire il sapere dei grandi? I tutorial sono sicuramente utili, ma non insegnano, addestrano: trasmettono delle istruzioni, una sorta di algoritmo sempre uguale. Raramente danno spazio agli errori, alla creatività, alle emozioni e al dettaglio: insomma, sono avari di cuore ed esperienza. E in questo fantamondo si sentirebbe un po’ la mancanza degli adulti.
Meno tempo libero e una gran fatica: ci toccherebbe fare un sacco di cose che ora fanno gli adulti. E nessuno ci darebbe la paghetta. Ecco 5 motivi per preferire un mondo con gli adulti.
Cucinare, lavare i piatti, fare il bucato, stendere, aggiustare quello che si rompe... Sì, vero: ogni tanto diamo una mano, ma fare tutto questo ogni giorno è una gran scocciatura. Per fortuna ci sono gli adulti...
In un mondo senza adulti da dove arriverebbero i soldi? In attesa di trovare un accordo sul baratto, accontentiamoci di quello che abbiamo: alla paghetta di mamma e papà meglio non rinunciare.
Computer, Wikipedia e tutorial non ci cascano: impietosire gli adulti invece è moooolto più facile. Per farsi aiutare nei compiti sono una risorsa irrinunciabile: sprecarla sarebbe un peccato.
A scuola, al corso di musica, in palestra o al parco: possiamo muoverci a piedi, in bici o con i mezzi pubblici, ma a volte un passaggio in auto è proprio indispensabile. E in quei casi avere nei dintorni un adulto da usare come taxi è... troppo un vantaggio!
Una tempesta nel cuore della notte. Una porta che cigola... Non nascondiamolo: il nostro cuore batte forte per la paura. Meglio avere un adulto vicino, per rifugiarsi in un suo abbraccio.