Cara Angioletta (si fa per dire!), ho avuto il tuo stesso problema per anni con mia sorella. Ero così angosciato dalle sue intrusioni che ormai avevo sviluppato una specie di scanner-visione con cui, una volta arrivato in camera, riuscivo ad accorgermi all'istante se mancava una cassetta (sai quelle cose che si usavano per ascoltare la musica nel pleistocene?), un disco o un libro . Ovviamente, quando succedeva andavo su tutte le furie e mi sentivo derubato e invaso , soprattutto perché nessuno mi aveva chiesto il permesso.
Per questo, alla fine ho creato anch’io un avanzatissimo sistema anti-intrusione : un gigantesco lucchettone ancorato alla porta di cui solo io avevo le chiavi. Ecco... le chiavi . Vogliamo parlare di quella volta che me le sono perse? Per non far entrare gli altri in camera mia, è finita che non ci potevo più entrare manco io. Succede un po' la stessa cosa con le password : ne elabori una talmente complicata (tipo: sgurz@1567_99**###pippo) e a prova di hacker che alla fine non te la ricordi nemmeno sotto minaccia di morte! Con la porta della mia cameretta, in ogni caso, il problema è stato risolto con due calcioni (uno alla porta per aprirla e uno a me da mio padre dopo che ha visto che cos'era rimasto della porta!).
Il problema vero, però, è un altro: quando diventi così preoccupato di proteggere le tue cose dagli intrusi alla fine non te le godi più neanche tu. La soluzione? Fidarsi , chiedendo però anche agli altri di rispettare le nostre cose e meritarsi la nostra fiducia.