Caro Pokémon, posso dirti che non sei l'unico ad avere questo problema. Tutti prima o poi si imbattono in quello che Zerocalcare chiama il tizio cozza . L'aspetto fisico non c'entra: il tizio cozza è una figura mitologica conosciuta dall'inizio dei tempi che, come il mitile con lo scoglio, ti si attacca, ti parla e non si stacca fino a quando non sei completamente eroso. Anch'io che sono un orso e, col tempo, ho affinato ogni possibile tecnica per prevenire qualsiasi tentativo di attaccobottone (dal “ciao, come butta?” al “certo che oggi fa freschetto...”), di fronte al tizio cozza, che altre mitologie chiamano anche asciugone , soccombo. Non c'è nulla da fare: puoi solo accettarlo, volergli bene e, una volta diventati amici, implorarlo di rinunciare ogni tanto alla propria droga . Sì, perché per l'asciugone parlare non è una semplice incombenza a cui devi sottostare se non vuoi che ti taglino fuori (un po' come quando non paghi la bolletta della luce o del gas). E non è nemmeno un piacere . Per lui parlare è proprio una necessità fisica . Non ci credi? Senti cosa mi scrive GiRoWa: “Ciao Andrea, io ho una malattia detta "parlantina cronica" che comporta questo: se comincio a parlare non la pianto più, ma se non parlo affatto mi viene un nodo in gola come se le parole fossero tutte ammassate lì e spingessero per uscire. Ho già provato di tutto: dallo scotch sulla bocca al bere 2 litri d'acqua al foglio su cui scrivere le parole, ma non ha funzionato niente. Ti prego: salva la mia gola e le orecchie di chi mi circonda ”. Capisci, l'asciugone è consapevole del suo dramma. Spero che questo contribuisca a rendertelo più simpatico e ad accettarlo. Mal che vada puoi sempre provare a fargli fare le vignette . Con il mio amico Paolo ha funzionato: ne fa di bellissime e, quando disegna, TACE.