Secondo una ricerca che ha coinvolto più di 10mila ragazzi tra i 12 e i 20 anni portata avanti da "Ditch the Label", una delle organizzazioni di beneficenza anti-bullismo più grandi al mondo, Instagram è il social network più usato per diffondere commenti offensivi.
Dallo studio si evince che il 7% dei giovani fruitori di Instagram ha dichiarato di essere stato oggetto di bullismo. Dopo, nell'ordine, ci sono Facebook (6%), Snapchat (5%), e Twitter (2%).
La Bbc, emittente televisiva inglese, ha ripreso la ricerca, suggerendo che l'uso dei procurerebbe ai ragazzi ansia: ad esempio, addirittura il 40% degli intervistati ha affermato di star male se non ha ricevuto "mi piace" ai selfie.
Secondo Liam Hackett, direttore esecutivo di "Ditch the Label", Internet non solo sta riformulando l'evoluzione del bullismo, ma sta anche avendo grandi conseguenze su identità, comportamento e personalità degli utenti più giovani. Infatti, per Hackett, i ragazzi, quando sono online, tendono a non mostrare la realtà, ma offrono una versione diversa, "ripulita" e migliorata, di se stessi.
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