Con la parola “nostalgia” si intende la tristezza che provi quando pensi a persone, momenti vissuti o luoghi del passato.
Si può avere nostalgia perché il nostro presente non ci soddisfa (e allora tendiamo a rimpiangere il passato) ma anche perché, al contrario, siamo felici e vorremmo condividere con una persona cara che non c’è più anche i momenti belli del presente.
La nostalgia, però, non riguarda solo luoghi, eventi o persone.
Riguarda soprattutto il tuo “te stesso” passato, cioè quella parte di te che ora non c’è più. Avere dei ricordi è bello e ti rende umano, ma è triste se hai dei rimorsi (per ciò che hai fatto e non avresti dovuto fare) o dei rimpianti (per quello che non hai fatto e che avresti dovuto fare). Per provare questa emozione, in ogni caso, devi avere coscienza di chi sei e di chi sei stato.
Senza questa coscienza, infatti, secondo il filosofo Bergson, non potresti percepire né il tuo passato né il tuo futuro.
Non solo: devi anche avere la capacità di giudicare, cioè di “dare dei voti” alle tue esperienze in base all’importanza che hanno avuto per te. Per un altro filosofo, Schopenhauer, è però proprio la coscienza di se stessi a farci soffrire, perché ci fa pensare al passato (che non c’è più) o al futuro (che non conosciamo e che quindi ci fa paura).