Le iene (Hyaenidae) non stanno simpatiche a nessuno. A volte usiamo addirittura la parola “iena” come offesa, e descriviamo sempre questi animali come perfidi approfittatori pronti a rubare il cibo, anche quando è marcio e disgustoso. Insomma, confessalo: quando hai visto il film Il re leone probabilmente anche tu ti sei messo a saltare sul divano quando le iene vengono sconfitte. Ma è proprio così che stanno le cose? No davvero. Le iene in realtà svolgono un ruolo essenziale per l’ecosistema, proprio perché sono degli “spazzini” molto efficienti e fanno sparire (nei loro stomaci) le carcasse di grandi prede che altrimenti resterebbero a marcire nella savana.
Non solo: le iene sono abili cacciatrici, hanno profonde relazioni sociali e i loro branchi sono molto interessanti da studiare anche perché sono sempre guidati... dalle mamme! Un recentissimo studio pubblicato sulla rivista Science da Amiyaal Ilany e altri scienziati ha infatti dimostrato che la struttura del branco è matriarcale, con una rigida gerarchia ereditaria: significa che i figli di una madre “importante” avranno una posizione sociale più elevata, e potranno contare sugli amici della mamma per difendersi e nutrirsi nei primi anni di vita.
I cuccioli, quindi, non solo imparano come comportarsi nel gruppo imitando il comportamento dei loro genitori, ma sanno che se la mamma ha degli amici di cui fidarsi, loro possono fare lo stesso. Si tratta di un comportamento molto vantaggioso, che permette alle piccole iene di vivere più a lungo e dimostra l’esistenza della cosiddetta “eredità sociale”: in pratica chi ha la fortuna di nascere in una famiglia apprezzata nel branco ha più possibilità di chi nasce in una famiglia di secondo piano, come purtroppo capita anche in tante società umane.
Per fortuna, anche per i piccoli delle famiglie più sfortunate non è detta l’ultima parola: si è visto che sono molto più socievoli e passano tutto il tempo a crearsi nuove amicizie con altri membri del branco. Per la serie: “Pazienza se non avrò un’eredità... mi do da fare da solo!”.
L'UNIONE FA LA FORZA
Le iene vivono in grandi branchi che possono raggiungere oltre 100 individui. Difendono insieme un territorio che può essere di dimensioni molto variabili: dai 40 km2 fino ai 1.000 km2 nel deserto del Kalahari. Quando si tratta di procurarsi il cibo, invece, viaggiano da sole o in piccoli gruppi. Tutte le femmine nel branco possono riprodursi e in una tana possono esserci anche 30 cuccioli, che vengono sfamati dalle rispettive mamme per 14-18 mesi. A quel punto di solito le figlie femmine restano nel branco della madre, mentre i figli maschi dopo due anni... via di casa! Per loro è il momento di scoprire il mondo.
ANIMALI PULITORI
Mangiare carogne? Bleah! Il fatto è che gli animali che si nutrono di “cose schifose” svolgono proprio per questo un ruolo essenziale, dato che si sbarazzano della spazzatura che altrimenti resterebbe in giro dappertutto. Senza animali spazzini, come corvi, avvoltoi, granchi, vespe e molti altri, il mondo sarebbe infatti invaso di cadaveri, con altissimi rischi di infezioni! Non solo: favorendo la decomposizione, questi animali permettono a moltissime sostanze minerali di ritornare nel terreno, evitando che vengano disperse.
I NUMERI DELLA IENA
La iena maculata (Crocuta crocuta), detta anche iena ridens, è la più grande delle quattro specie di iena tuttora esistenti. I denti riescono a sviluppare un’incredibile pressione e sono specializzati nel rompere le ossa: una dote essenziale per il loro mestiere di spazzine.
I NEMICI INVISIBILI DELLE IENE
Anche le iene hanno i loro nemici, e il più subdolo è il Toxoplasma gondii. Si tratta di un protista, un organismo microscopico che può infettare anche i gatti domestici (ma senza conseguenze). Per le iene invece è molto pericoloso perché modifica il comportamento dei cuccioli rendendoli più scavezzacollo e spingendoli, per esempio, ad avvicinarsi ai leoni. In questo modo il parassita riesce a contagiare anche i leoni, mentre i piccoli di iena... diventano un pranzetto.