La Costa Rica, un Paese dell'America centrale noto per la sua eccezionale biodiversità, ha recentemente chiuso due zoo pubblici, affermando che gli animali selvatici stanno meglio in natura piuttosto che in cattività. Questa decisione è il risultato di una lunga battaglia legale durata 11 anni, seguita all'approvazione di una legge nel 2013 che vietava la detenzione di animali selvatici in gabbia.
L'11 maggio 2024, i due zoo statali, il Simón Bolívar Zoo e il Santa Ana Conservation Center, hanno chiuso definitivamente. Circa 300 animali, tra cui giaguari, coccodrilli, scimmie ragno e un bradipo, sono stati trasferiti in centri di recupero per essere esaminati e curati. Molti di questi animali, avendo vissuto in cattività per lungo tempo, non sono in grado di tornare in natura e saranno quindi affidati a rifugi o santuari
La legge che ha permesso la chiusura degli zoo pubblici non si applica però agli zoo privati, che continuano a operare in Costa Rica. Attualmente, esistono 18 zoo privati che mostrano ancora animali selvatici. Tuttavia, il governo continua a promuovere una visione orientata verso santuari e centri di recupero anziché zoo tradizionali.
La Costa Rica protegge rigorosamente la sua fauna e flora, vietando la caccia e la raccolta di piante e conchiglie. Il Paese è anche il primo produttore mondiale di ananas, un settore che crea molti posti di lavoro e contribuisce significativamente all'economia.
Nonostante i notevoli sforzi di conservazione, la Costa Rica affronta ancora alcune sfide. È il Paese con il più alto utilizzo di pesticidi al mondo, necessari per proteggere le coltivazioni di ananas, ma che causano inquinamento del suolo, dell'acqua e dell'aria. Inoltre, San José, la capitale, soffre di sovraffollamento e di alti livelli di inquinamento a causa del traffico intenso. Ma queste azioni e iniziative dimostrano l'impegno della Costa Rica nella protezione dell'ambiente e nella promozione di un'interazione più naturale e sostenibile con la sua biodiversità.
Fonti: Nature Knows; Tico Times