Oggi scorrazzano con noi, in casa o nelle viuzze dei dintorni. Sono tra i nostri più teneri e cari amici e faremmo qualsiasi cosa per proteggerli. Fanno le fusa, vogliono le coccole, danno tanto amore e sono buffissimi quando si arrabbiano e soffiano (ma in tali casi c’è da scherzarci poco…). I gatti, così come i cani, popolano le nostre case e le nostre vite. Sia in Italia che nel resto del mondo. Ma vi siete mai chiesti quando hanno iniziato a condividere la loro esistenza con la nostra? Quando hanno cominciato, tanto per capirci, ad essere animali “domestici”?
Per capirlo, un gruppo di ricerca internazionale ha condotto un esperimento sul Dna di circa 2.000 gatti di oltre 40 Paesi. Ne è risultato che i gatti moderni si sono evoluti da una sottospecie di gatto selvatico conosciuta con il nome scientifico di Felis lybica, conosciuto anche come gatto selvatico africano o gatto selvatico libico, perché originario della Libia. Gli scienziati pensano che questi gatti selvatici abbiano iniziato ad avvicinarsi a noi circa 10.000 anni fa, quando gli umani si sono trasformati da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori e allevatori e da nomadi a stanziali. Si sono approssimati ai nostri primi villaggi per mangiare i rifiuti, cacciare roditori, uccellini e altri animali (compresi anche alcuni serpenti) che gravitavano intorno ai primi insediamenti agricoli. Lì avevano preso l’abitudine di gironzolare i nostri “aMici”, i quali pian piano scoprirono anche che i topi, oltre che animali da catturare e mangiare, potevano essere anche dei buoni compagni di giochi. Con il tempo questi gatti selvatici sono diventati meno solitari e hanno iniziato ad amare la presenza delle persone. E quando diciamo “con il tempo”, intendiamo parecchi secoli, perché i mici non sono semplicissimi da trattare.
I risultati dell’esperimento hanno evidenziato che la domesticazione del gatto selvatico è avvenuta in Mesopotamia, ossia nel Vicino Oriente. Quando parliamo di Vicino Oriente e di un periodo risalente a circa 10.000 anni fa, facciamo riferimento ai Sumeri, ai Babilonesi, agli Egizi e ai Fenici, tra gli altri. Tra questi, i Fenici erano i più grandi viaggiatori e commercianti. Portavano con sé nelle loro navi i gatti, che vendevano come animali esotici in Paesi molto lontani, diffondendoli un po’ ovunque. E, come “è scritto” nel Dna di questi gatti, sono venuti con noi nelle nostre migrazioni. Attraverso vari marcatori genetici, gli scienziati sono riusciti a ricostruirne la storia della loro “domesticazione” e le differenze tra i vari gatti del mondo. Sta di fatto che è dall’antica Mesopotamia che è iniziata la domesticazione dei gatti e che da lì si sono poi diffusi – usando le nostre migrazioni come veicolo – in tutto il mondo.
Ma dicevamo, appunto, che è nel Vicino Oriente, quando l’uomo ha inventato l’agricoltura e si è stabilito in villaggi con i propri campi da coltivare, che i gatti si sono avvicinati: inizialmente cacciando i roditori che tra l’altro minacciavano i campi. In pratica, catturandoli, i gatti difendevano anche le opere degli umani. Ed erano così presenti in quei paraggi che ne divennero dei veri guardiani, in grado di riuscire a tenere sotto controllo – allontanando certi animali - persino l’azione dei parassiti sulle coltivazioni. Col tempo, gli umani e i gatti hanno instaurato un rapporto di convivenza che si è basato anche su cose diverse dalla reciproca convenienza, quali la compagnia, il divertimento, l’affetto. E non è da tralasciare l’aspetto religioso per il quale gli uomini ebbero pian piano anche un rispetto particolare per i misteriosi gatti, animali di grande importanza nei culti di molti popoli del Vicino Oriente (come ad esempio in Egitto).
Parliamo di domesticazione dei gatti, ma in realtà i gatti non hanno mutato quasi nulla della loro natura. Si sono avvicinati a noi e noi a loro, ormai da tempo condividiamo anche gli stessi spazi domestici, ma restano pur sempre animali liberi e naturali nei loro comportamenti. Quando parliamo di domesticazione dei gatti, quindi, intendiamo qualcosa di molto differente dalla domesticazione dei cani, molto più antica e profonda. Un cane addestrato fa ciò che gli chiediamo. Il gatto no. Perché per sua natura – e per fortuna – non potrà mai essere realmente addomesticato, pur vivendo benissimo, ormai, insieme a noi.
Fonte: Sciencejournalforkids