Dai piccoli chihuahua al colossale levriero scozzese, i cani domestici presentano una grande varietà di forme e dimensioni, più di ogni altro mammifero sul pianeta. Il motivo - oltre all'indiscutibile apporto dell'allevamento uomano- potrebbe essere una mutazione genetica sviluppatasi negli antichi lupi millenni fa, ben prima di quanto si pensasse. A dirlo è un recente studio sull'evoluzione del cane pubblicato sull'autorevole Current Biology.
IL GENE DELL'EVOLUZIONE
Come noto, i primi cani altro non erano che lupi addomesticati dall'uomo circa 30.000 anni fa. Nel corso del tempo poi, l'essere umano ha continuato ad incrociare e selezionare generazioni e generazioni di razze canine fino ad arrivare agli esemplari moderni, ma nei secoli più recenti le differenze di taglia tra le varie razze è diventata così evidente e per molto tempo il motivo di tale diversità è stato poco chiaro.
La ricerca, condotta da un team internazionale di esperti, potrebbe però aver svelato il mistero: il responsabile sarebbe un gene chiamato IGF1, già scoperto da una quindicina di anni ma il cui ruolo nell'evoluzione del cane non era stato ancora approfondito.
Analizzando il DNA di oltre 1400 canidi (cani, lupi, coyote ecc...), gli studiosi hanno infatti individuato una mutazione genetica associata ai livelli della proteina IGF1, un potente ormone della crescita che se presente in grandi quantità, avrebbe contributo ad "ingrandire" alcune razze.
Tale mutazione presentava due varianti: le razze canine che possedevano due coppie di una delle due varianti raggiungevano un peso inferiore ai 15 kg, mentre quelle con due coppie dell'altra arrivavano a pesare più di 25 kg e il loro sangue conteneva molte più proteine di IGF1. Le razze che invece presentavano una coppia composta da entrambe le varianti rientravano nelle cosiddette taglie medie.
A sorprendere gli scienziati però è stato il fatto che una simile relazione è stata trovata anche gli altri canidi (come lupi e coyote). Questo fa capire dunque come la mutazione originaria si manifestò già negli antichi lupi, i quali poi la "passarono" alle specie successive.
«Questa non fu solo la storia del cane - ha affermato - Elaine Ostrander, genetista dell'US National Human Genome Research Institute di Bethesda - fu la storia del lupo, della volpe e del coyote. Fu la storia di tutti i canidi».
IN ORIGINE I CANIDI ERANO PIÙ PICCOLI
I ricercatori pensano che la variante associata ai corpi più piccoli fosse, evoluzionisticamente parlando, più antica dell'altra, dunque i primi canidi dovevano essere di dimensioni ridotte. Probabilmente fu l'avvento di un antico lupo che visse in Siberia circa 53.000 anni fa a inserire nella storia evolutiva la variante "gigante" che infatti ancora oggi si ritrova nei moderni lupi grigi.
Ciò potrebbe significare che i cani domestici discesero da una specie di lupi differente da quelli moderni, ma come hanno spiegato gli stessi autori dello studio, serviranno ulteriori indagini per ottenere finalmente il quadro evolutivo completo del migliore amico dell'uomo.