Il dromedario è ampiamente diffuso nelle regioni aride del Medio Oriente, dell’India settentrionale e dell’Africa, soprattutto nel deserto del Sahara, ed è stato introdotto anche in Australia centrale. L’uomo iniziò ad addomesticarlo circa 4.000 anni fa e da oltre due millenni non esistono più popolazioni selvatiche, sebbene molte vivano allo stato semi-brado.
Il dromedario pesa fino a 600 kg ed è alto mediamente 2 m al garrese (cioè il punto più alto del tronco), con il maschio che è leggermente più grande della femmina. Per sopravvivere negli ostili ambienti desertici ha adottato svariati adattamenti come la gobba, che rappresenta una riserva di grasso, e le labbra inspessite che gli permettono di mangiare anche le piante spinose. Le narici, poi, si chiudono ermeticamente durante le tempeste di sabbia e i larghi zoccoli evitano che il dromedario sprofondi sui terreni morbidi. Inoltre, la sua temperatura corporea varia da 34 a 42 °C per minimizzare la sudorazione, tollera perdite di liquidi superiore al 30% (il 15% uccide la maggior parte dei mammiferi) e si reidrata rapidamente bevendo fino a 100 litri di acqua in soli 10 minuti.
I gruppi di dromedari variano da 2 a 20 membri e sono composti da femmine, adulti sessualmente immaturi, giovani e da un maschio dominante che indica al branco la direzione di marcia. Dopo 15 mesi dall’accoppiamento la madre partorisce un solo piccolo di cui si occupa per almeno 2 anni.
Quest’animale pascola per 8-12 ore al giorno ed essendo un ruminante con una particolare preferenza per le piante grasse e spinose, deve masticare il cibo fino a 50 volte prima di poterlo definitivamente ingerire. Sono animali longevi che vivono mediamente 40-50 anni.
Classe: Mammiferi
Ordine: Artiodactyla
Famiglia: Camelidae
Specie: Camelus dromedarius
Stato conservazione: non valutato (NE)