Dopo decenni passati a immaginarci i grandi perodattili come una sorta di giganteschi pipistrelli preistorici, uno studio americano potrebbe riscrivere le nostre certezze su questi antichi dinosauri volanti.

Secondo la ricerca condotta pubblicata su Royal Society B. dal team coordinato dagli studiosi Armita Manafzadeh (Brown University) e Kevin Padian (Università di Berkeley) infatti, il volo degli pterodattili non sarebbe stato per nulla simile a quello dei moderni pipistrelli, che solcano l'aria con le zampe divaricate.

Alla base di questa teoria, il ruolo finora trascurato delle articolazioni, organi di congiunzione composti da molti tessuti molli e deperibili che quindi non compaiono in nessun fossile conosciuto: osservando le ossa degli pterodattili, in molti aspetti assimilabili a quelle degli uccelli odierni, i ricercatori hanno notato come una posa di volo ad arti divaricati (come i pipistrelli), alla lunga avrebbe portato alla rottura delle articolazioni.

L'idea alla base di questa revisione paleontologica è nata, come ammesso dagli stessi studiosi, in una rosticceria: guardando i polli sul girarrosto, ci si è soffermati sulla particolare posizione delle zampe!

«Se prendiamo un pollo e muoviamo le sue articolazioni, a un
certo punto sentiremo un colpo, un rumore secco. Si tratta
dell'articolazione che si spezza - ha raccontato la Dott.ssa Manafzadeh - Ma
se facciamo la stessa cosa solo con il suo scheletro, il
risultato sarà diverso».

Da quella intuizione, il team di ricerca ha cominciato a domandarsi quali movimenti fossero possibili e quali no per i nostri amici alati del passato.

Ancora dunque non si conosce con certezza la tecnica di volo dei pterodattili, ma di sicuro i pipistrelli non c'entrano nulla!