Uno zoo dove ammirare bestioni preistorici in carne ed ossa come in Jurassic World? Purtoppo - o per fortuna - la clonazione dei dinosauri è impossibile e il Jurassic World (o Jurassic Park per i fan della saga originaria) è destinato a rimanere una fantasia cinematografica. Ma come mai la scienza nega questa possibilità?
A spiegarcelo chiaramente è stato un un articolo pubblicato nel 2018 sulla rivista The Conversation da un gruppo di scienziati della Kent University, i quali non solo sono riusciti a ricostruire la probabile struttura del genoma dell'antenato comune di uccelli e tartarughe (e dunque anche dei dinosauri), ma hanno anche escluso in modo categorico la possibilità di riportare in vita i bestioni preistorici partendo semplicemente da tracce fossilizzate di DNA.
Al cinema abbiamo visto come gli scienziati del Jurassic Park prima e del Jurassic World poi, fossero riusciti a ricostruire in laboratorio ogni specie di dinosauro grazie all'estrazione del DNA trovato all'interno di alcune zanzare preistoriche fossilizzate nell'ambra.
La soluzione poteva anche sembrare plausibile, ma i ricercatori Darren Griffin e Rebecca O'Connor sono entrati a gamba tesa sulle nostre fantasie per riportarci alla dura realtà scientifica.
Credits: Ipa-agency
Il DNA conservatosi dentro ad un insetto parassita per milioni di anni infatti non potrà mai essere intatto. Questo, unito al fatto che non avremmo comunque informazioni sufficienti sull'aspetto e le caratteristiche fisiche dell'animale, rende pressoché impossibile qualsiasi tentativo di "resurrezione".
«In Jurassic Park gli scienziati riempiono i pezzi mancanti con del DNA di rana - scrivono i due ricercatori - ma questo non ci darebbe un dinosauro, ma un ibrido o una specie di "ranasauro"»
Ma anche qualora riuscissimo a mettere le mani su un filamento di DNA completo, ciò non basterebbe per completare il processo di clonazione:
«Il DNA è un punto d'inizio, ma lo sviluppo dell'animale all'interno dell'uovo è un'intricata "danza" di geni che si accendono e spengono in seguito a una serie di segnali ambientali».
Servirebbero dunque non solo tracce di DNA intatte, ma anche autentiche uova di dinosauro, visto che, come ribadito dagli stessi Griffin e O'Connor, non si può pretendere che mettendo i geni di un pollo dentro un uovo di ostrica nasca un pulcino. Figuriamoci un Velociraptor!