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Come sarebbe il mondo se sparissero i polli?

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Direste mai che se da un giorno all'altro sparisse tutto il pollame della Terra il nostro mondo sarebbe completamente diverso? Eppure è così...

Come sarebbe il mondo senza polli? Sembra uno scherzo ma è una domanda che, da anni, si pongono gli scienziati che si occupano di alimentazione, ambiente ed economia.

CARNE E UOVA

Il pollo è talmente diffuso che è quasi impossibile sparisca completamente: nel mondo ne esistono tre per ogni abitante e in totale superano di numero tutti i maiali e i bovini messi insieme. Il fatto che milioni di esemplari vivano a stretto contatto in grandi fattorie, però, li rende anche più esposti alle pandemie rispetto ad altri animali. Più di Dieci anni fa, per esempio, l’influenza aviaria ne sterminò più di cento milioni in Asia.

Se quindi sparissero tutti, a causa di un’altra pandemia, verrebbero a mancare quasi cento milioni di tonnellate di carne e i più di mille miliardi di uova che mangiamo ogni anno. Un bel problema, visto che la carne bianca, come quella di pollo, non solo è una delle principali fonti di nutrimento al mondo, ma rappresenta anche un’alternativa alla carne rossa (manzo, vitello, agnello, pecora, cavallo, capre e maiali), più dannosa per il nostro organismo: secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), il consumo di carne rossa lavorata, tipo quella in scatola, i würstel, o gli insaccati, aumenta infatti il rischio di ammalarsi di tumore.

NIENTE VACCINI

Oltre a spiedini, torte o frittate, inoltre, non si potrebbero preparare più neanche i vaccini. Le uova, infatti, vengono utilizzate per preparare quelli anti-influenzali e quelli infantili, che combattono malattie potenzialmente mortali come meningite, parotite, rosolia (ogni uovo corrisponde, circa, a una dose di vaccino).

Da anni gli Usa finanziano le ricerche per sviluppare vaccini non basati sulle uova. Una nota azienda farmaceutica ne ha, ad esempio, prodotto uno nuovo, che utilizza le cellule renali dei cocker spaniel.

POCO SPAZIO

Che cosa mangeremmo, quindi, se scomparissero i polli? I volatili più simili a loro sono anatre e tacchini, che si adattano facilmente ai diversi ambienti ma, a parità di mangime, non rendono la stessa quantità di carne né lo stesso numero di uova e, per di più, hanno bisogno di molta più acqua.

Per soddisfare la richiesta mondiale di carne (basandoci sui dati di oggi) dovrebbero poi aumentare anche gli allevamenti di bovini, che sono più grossi dei polli: servirebbero quindi terreni dieci volte più grandi e bisognerebbe aumentare anche la produzione di mangime, di otto volte. E i maiali? Crescerebbero di numero da uno a due miliardi e anche loro avrebbero bisogno di più spazio. Già oggi, però, i terreni dedicati al mangime occupano un terzo dei terreni coltivabili...

In pratica quindi, sulla Terra non ci sarebbe abbastanza spazio per allevare animali così grossi.

TROPPE PUZZE!

Bovini e ovini, inoltre, fanno fermentare il cibo nel rumine, un organo che produce grandi quantità di gas metano che, una volta espulso, contribuisce all’effetto serra: per ogni chilo di carne gli ovini ne producono quasi quattro volte in più rispetto ai polli, i bovini otto e coi maiali le “puzzette tossiche” aumenterebbero addirittura del 75%.

PROTEINE

In termini di proteine, l’alternativa più “eco” alla carne di pollo, sembrerebbero essere insetti, soia e legumi. Oltre a mangiare cavallette, poi, ci toccherebbe anche rinunciare a molti dei dolci a cui siamo abituati. Le uova, infatti, sono alla base di molti prodotti di pasticceria.