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Atleti a quattro zampe: gli sport invernali degli animali

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Se esistessero delle discipline per gli animali, quali sport invernali praticherebbero?

Anche senza tute e scarponi, quando si tratta di sport invernali questi animali non sono secondi a nessuno. Ecco che discipline praticherebbero alcune specie se esistessero dei giochi invernali della Natura!

Leopardo delle nevi: alpinismo

Il leopardo delle nevi (Panthera uncia) è un grosso felino che vive nelle catene montuose dell’Asia Centrale, spesso oltre i 3mila metri di quota. E il suo fisico si è adattato a quelle altitudini: ha la pelliccia folta, la coda che può trasformarsi in “sciarpa”, le zampe ampie per non sprofondare nella neve e le cavità nasali più grandi rispetto agli altri felini per respirare l’aria più fredda e rarefatta che si trova a quote elevate. Così in alto infatti c’è meno ossigeno: è per questo che gli alpinisti, quando scalano le vette più estreme, a volte si aiutano respirando dalle bombole (anche se è possibile far senza: come dimostrò nel 1978 Reinhold Messner raggiungendo senza apparecchiature la vetta dell’Everest a 8.848 metri).

Orso polare: ciaspole

L’orso polare (Ursus maritimus) sopravvive alle rigide temperature dell’Artico grazie alla foltissima pelliccia,
che cresce pure sotto le zampe, riparandole dal contatto diretto con le superfici gelate e migliorandone la presa sul ghiaccio. La stessa funzione che, negli umani, hanno le ciaspole: delle speciali “racchette” da fissare agli scarponi e che permettono di camminare senza sprofondare nella neve e di fare belle passeggiate nei boschi.

Camoscio: freestyle

I camosci (Rupicapra rupicapra) si spostano sulla neve con grande disinvoltura, grazie soprattutto a un adattamento dello zoccolo: il bordo affilato fa presa sulla neve mentre i polpastrelli, morbidi, permettono loro di atterrare in sicurezza quando si lanciano nei loro salti spericolati. Un po’ come avviene nel freestyle: una versione acrobatica dello sci in cui gli atleti compiono evoluzioni e salti spettacolari grazie a speciali trampolini innevati.

Renna: sci di fondo

La renna (Rangifer tarandus), chiamata caribù nel Nord America, è diffusa nella tundra di Canada, Europa e Asia. Per cercare il cibo (erba e piccoli arbusti) compie lunghe migrazioni percorrendo anche 2.500 km all’anno nei paesaggi innevati. Ricorda un po’ gli atleti dello sci di fondo, infaticabili sulle piste tra i boschi: una delle gare più dure è la Granfondo che si disputa durante le Olimpiadi su un percorso di 50 km.

Stembecco: free climbing

Lo stambecco (Capra ibex) è uno degli animali più spericolati delle vette: è facile vederlo in bilico su pareti rocciose ripidissime, dove si arrampica per leccare accumuli di sale utilissimi per la sua dieta. Gli atleti del free climbing, invece, scalano per l’emozione di arrivare fino in cima. E lo fanno contando solo sulla forza di braccia e gambe: il resto dell’attrezzatura, infatti, è lì per sicurezza: meglio evitare le conseguenze di un capitombolo!

Pinguino: slittino

Chi non ha mai provato l’ebbrezza di scivolare sullo slittino? I veri atleti (come quelli che partecipano alle Olimpiadi invernali) si lanciano sdraiati sulla schiena e controllano i movimenti con i piedi. Noi, invece, ci buttiamo a pancia in giù proprio come i pinguini che, essendo molto lenti quando camminano sul ghiaccio, se hanno fretta a volte si mettono sulla pancia per poter andare veloci come il vento!

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