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L’ornitorinco moderno (Ornithorhynchus anatinus) era considerato un mammifero vecchio di 160 milioni di anni. Gli ultimi studi, invece, sostengono che è comparso “solo” 100mila anni fa. E che potrebbe perfino essere un lontano cugino dell’uomo.

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Gli squali sono considerati dei fossili viventi: per centinaia di milioni di anni non hanno avuto bisogno di cambiare. Questa teoria, però, ora viene messa in dubbio. Uno studio condotto dai ricercatori dell’American Museum of Natural History di New York ha confrontato i resti fossili di uno squalo di 325 milioni di anni fa con uno squalo attuale, scoprendo grandi differenze nella struttura delle branchie. Sembra poco, ma è sufficiente per dire che gli squali, come li conosciamo oggi, sono arrivati in tempi relativamente recenti.

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Gli opossum (Didelphidae) nell’aspetto non sono molto diversi dai loro antenati vissuti nel Cretaceo Superiore, tra 100 e 65 milioni di anni fa. Recenti studi genetici, però, hanno scoperto che sono più recenti.

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Il limulo è un classico esempio di fossile vivente. Ma solo il genere (Limulus) risale a 250 milioni di anni fa. La specie attuale, Limulus polyphemus, è comparsa in tempi più recenti e, anche se di poco, differisce da quelle antiche.

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Il tuatara (Sphenodon punctatus, unico sopravvissuto dell’ordine dei Rincocefali) è considerato tra i rettili viventi più antichi. Le tecniche di ricerca più avanzate, però, hanno provato che il suo corredo genetico è in continua evoluzione.