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CALAMARO GIGANTE – REALE
Inafferrabile abitatore delle tenebre subacquee, terrore delle imbarcazioni che solcavano i mari più profondi, creatura ritenuta a lungo leggendaria: il calamaro gigante invece esiste davvero ed è stato anche immortalato in foto e video. Nome scientifico: Architeuthis dux ed è il più grande invertebrato vivente sulla Terra. Ha occhi delle dimensioni della testa di un uomo e tentacoli lunghi come un bus. Il più grande esemplare scientificamente documentato è lungo 18 metri e il peso può arrivare fino a una tonnellata.

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Il calamaro vampiro (Vampyroteuthis infernalis) riesce a vivere senza problemi fino a 3.000 metri di profondità, orientandosi nel buio grazie a occhi proporzionalmente più grandi di qualsiasi altro animale sul pianeta.

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Fra i mammiferi marini, lo zifio (Ziphius cavirostris) è sicuramente quello più a suo agio nelle profondità abissali, dove si spinge in cerca di calamari, le sue prede preferite. Nel 2014, gli scienziati hanno monitorato con un dispositivo satellitare le immersioni di un esemplare al largo della California (Usa), scoprendo che l’animale si era spinto fino a –2.992 metri, con un record di apnea di due ore e 18 minuti: l’immersione più lunga e profonda mai documentata per un mammifero.

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Il pesce vipera (Chauliodus sloani), uno dei più feroci predatori degli abissi, durante il giorno si sposta fra i 500 e i 3.000 metri di profondità, mentre di notte nuota vicino alla superficie in cerca di cibo. Si tratta di un pesce che può misurare fino a 60 centimetri, ama le acque fredde di tutti gli oceani ed è diventato famoso per il curioso modo di attrarre le prede, crostacei e altri pesci.

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Le rane pescatrici appartenenti alla famiglia degli Anoplogastridae sono state rinvenute fino a una profondità di 5.000 metri. Hanno una sagoma inconfondibile, con una testa enorme da cui emerge una bocca sproporzionata, perfetta per catturare prede anche molto più grandi dei loro 18 centimetri. Sulla mandibola si trovano due denti così lunghi che le rane pescatrici hanno sviluppato delle fossette su entrambi i lati del cervello, in posizione opposta, per accoglierli quando la bocca si serra, sebbene l’animale non riesca mai a chiuderla del tutto.

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Credits: Wikipedia/NOAA Ocean Explorer
I polpi del genere Grimpoteuthis vivono in acque molto profonde e sono dotati di due grandi protuberanze ai lati della testa che hanno fatto guadagnare loro il nomignolo di “polpo Dumbo”, per la somiglianza con l’elefantino della Disney. Non si tratta però di orecchie ma di pinne che l’animale utilizza per nuotare.

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Il record indiscusso di pesce vivente rinvenuto più in profondità appartiene al pesce lumaca, così chiamato per l’aspetto gelatinoso: era il 2008 e, durante una spedizione scientifica, un esemplare di Pseudoliparis amblystomopsis venne filmato a –7.300 metri.
Un’altra ricerca si è invece concentrata sulla specie Notoliparis kermadecensis, un animale con la pelle così trasparente da lasciare intravedere gli organi interni. Nei 5 esemplari catturati a –7.000 metri in Nuova Zelanda, i ricercatori hanno visto che la concentrazione della molecola Tmao aumentava in modo proporzionale con la profondità di cattura del pesce. Secondo questo studio, il limite teorico di immersione ipotizzato per i pesci sarebbe circa –8.200 metri.

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Nella fossa delle Marianne, sono stati rinvenuti diversi tipi di anfipodi, crostacei simili ai gamberetti che, di solito, raggiungono a stento le dimensioni di un pollice. Lì, invece, erano lunghi anche 17 cm. Che cibo trovassero per riuscire a diventare così grandi era un mistero fino a quando, analizzando alcuni esemplari di Hirondella gigas prelevati a più di 10.000 m di profondità, si è scoperto che sopravvivono mangiando il legno che occasionalmente precipita dalla superficie.