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Animali degli abissi: ecco le creature che vivono nelle profondità del mare

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Nelle acque più profonde della Terra non arriva nemmeno la luce. Eppure esistono creature in grado di sopravvivere anche in queste condizioni estreme...

ANIMALI DEGLI ABISSI

La vita negli abissi è ancora in buona parte da scoprire, sebbene l’uomo abbia esplorato questi luoghi inaccessibili con robot subacquei e a bordo di sommergibili, spingendosi fino a –10,916 metri, nel punto più profondo del pianeta: il Challenger deep, nella fossa delle Marianne. Qui, la pressione è paragonabile a quella esercitata da due elefanti in bilico su un alluce!

Scandagliando questi misteriosi posti con le telecamere, però, i ricercatori hanno scoperto che i pesci scompaiono improvvisamente a circa 7.500 metri di profondità. Perché? La quota limite sarebbe imposta dalla molecola Tmao (N-ossido-trimetilammina): oltre a dare ai pesci il loro odore caratteristico, stabilizza le proteine e impedisce che l’enorme pressione dell’acqua le “distorca,” rendendole inutilizzabili. Sotto tale profondità, però, neppure il Tmao funziona.

Scopriamo dunque quali sono queste creature, questi "animali degli abissi", che vivono in un ambiente così particolare.

IL CALAMARO GIGANTE

Cominciamo subito col botto, visto che fino a poco tempo si pensava che questo animale non esistesse. Il calamaro gigante (genere Architeuthis), infatti, per secoli è stato considerato solo una creatura mitologica, che animava i racconti dei marinai. Si è capito che un’enorme creatura abitava veramente i nostri abissi solo quando sono stati rinvenuti alcuni esemplari morti in superficie; ma ancora più emozionante è stato vederne uno dal vivo, nel 2012, quando una troupe televisiva è riuscita a filmarlo per la prima volta nel suo habitat naturale.

Si stima che la femmina, più grande del maschio, possa raggiungere i 13 metri di lunghezza, tentacoli compresi, e che questo animale ami le acque fredde fra i 500 e i 1.000 metri. Ma c’è chi si è spinto oltre. Il calamaro vampiro (Vampyroteuthis infernalis), infatti, riesce a vivere senza problemi fino a 3.000 metri di profondità, orientandosi nel buio grazie a occhi proporzionalmente più grandi di qualsiasi altro animale sul pianeta.

LO ZIFIO

Fra i mammiferi marini, lo zifio (Ziphius cavirostris) è sicuramente quello più a suo agio nelle profondità abissali, dove si spinge in cerca di calamari, le sue prede preferite. Nel 2014, gli scienziati hanno monitorato con un dispositivo satellitare le immersioni di un esemplare al largo della California (Usa), scoprendo che l’animale si era spinto fino a –2.992 metri, con un record di apnea di due ore e 18 minuti: l’immersione più lunga e profonda mai documentata per un mammifero.

La sua presenza in fondo al mare è testimoniata anche dalle cicatrici sui fianchi e sul dorso, provocate sia da altri maschi sia dai morsi dello squalo tagliatore (Isistius brasiliensis), presente fino a 3.700 metri di profondità.

IL PESCE VIPERA

Il pesce vipera (Chauliodus sloani), uno dei più feroci predatori degli abissi, durante il giorno si sposta fra i 500 e i 3.000 metri di profondità, mentre di notte nuota vicino alla superficie in cerca di cibo. Si tratta di un pesce che può misurare fino a 60 centimetri, ama le acque fredde di tutti gli oceani ed è diventato famoso per il curioso modo di attrarre le prede, crostacei e altri pesci.

All’interno della bocca, che l’animale può spalancare grazie alla mandibola disarticolata, sono presenti circa 350 piccoli organi luminosi, un’attrazione irresistibile per chi vive nelle buie profondità abissali. Le ignare vittime si avvicinano all’esca luminosa e, quando sono a un passo, il predatore scatta in avanti e ingabbia la preda fra le fauci per poi ingerirla intera.

LA RANA PESCATRICE

Le rane pescatrici appartenenti alla famiglia degli Anoplogastridae sono state rinvenute fino a una profondità di 5.000 metri. Hanno una sagoma inconfondibile, con una testa enorme da cui emerge una bocca sproporzionata, perfetta per catturare prede anche molto più grandi dei loro 18 centimetri. Sulla mandibola si trovano due denti così lunghi che le rane pescatrici hanno sviluppato delle fossette su entrambi i lati del cervello, in posizione opposta, per accoglierli quando la bocca si serra, sebbene l’animale non riesca mai a chiuderla del tutto.

Probabilmente, fra i pesci marini questi denti detengono il record di grandezza in proporzione alla taglia del corpo.

RICCI "SPECIALI"

Esistono ricci di mare che vivono a quasi 7.000 metri di profondità. Appartengono al genere Pourtalesia e possiedono uno scheletro estremamente sottile e delicato, tanto da apparire come una velina di carta. Per nutrirsi nell’ostile ambiente in cui vivono, scavano nel fondale e ingurgitano il fango filtrando i microorganismi che contiene. La loro presenza negli abissi è testimoniata dal ritrovamento di frammenti di scheletro raccolti a più di 6.850 metri di profondità nella fossa di Java.

IL PESCE TOPO

I pesci topo, appartenenti alla famiglia dei Macrouridae, rappresentano circa il 15% della popolazione di pesci abissali. Vivono a profondità comprese tra 200 e 6.000 metri e più invecchiano più sono in grado di andare in profondità, di pari passo con vesciche natatorie piene di gas, infatti, sono connesse a muscoli mai osservati prima, che producono suoni col rilascio di gas. Alcune specie, inoltre, sono in grado anche di un aumento della concentrazione della molecola Tmao nelle cellule.

Trovare un compagno al buio non è semplice ma questi pesci si sono inventati una strategia unica per farsi notare: emettono “puzze subacquee”. Le loro vesciche natatorie piene di gas, infatti, sono connesse a muscoli mai osservati prima, che producono suoni col rilascio di gas. Alcune specie, inoltre, sono in grado anche di emettere impulsi luminosi.

POLPI DEGLI ABISSI

I polpi del genere Grimpoteuthis vivono in acque molto profonde e sono dotati di due grandi protuberanze ai lati della testa che hanno fatto guadagnare loro il nomignolo di “polpo Dumbo”, per la somiglianza con l’elefantino della Disney. Non si tratta però di orecchie ma di pinne che l’animale utilizza per nuotare.

Finora sono state scoperte 18 specie di polpo Dumbo, che vivono nell’oceano Pacifico a profondità che vanno dai 400 fino ai 7.000 metri. Un esemplare di Grimpoteuthis bathynectes è stato ripreso con una telecamera al largo delle coste dell’Oregon, negli Stati Uniti, a oltre 2.000 metri di profondità.

IL TRASPARENTE PESCE LUMACA

Il record indiscusso di pesce vivente rinvenuto più in profondità appartiene al pesce lumaca, così chiamato per l’aspetto gelatinoso: era il 2008 e, durante una spedizione scientifica, un esemplare di Pseudoliparis amblystomopsis venne filmato a –7.300 metri.

Un’altra ricerca si è invece concentrata sulla specie Notoliparis kermadecensis, un animale con la pelle così trasparente da lasciare intravedere gli organi interni. Nei 5 esemplari catturati a –7.000 metri in Nuova Zelanda, i ricercatori hanno visto che la concentrazione della molecola Tmao aumentava in modo proporzionale con la profondità di cattura del pesce. Secondo questo studio, il limite teorico di immersione ipotizzato per i pesci sarebbe circa –8.200 metri.

DIVORATORI DI LEGNO

Nella fossa delle Marianne, sono stati rinvenuti diversi tipi di anfipodi, crostacei simili ai gamberetti che, di solito, raggiungono a stento le dimensioni di un pollice. Lì, invece, erano lunghi anche 17 cm. Che cibo trovassero per riuscire a diventare così grandi era un mistero fino a quando, analizzando alcuni esemplari di Hirondella gigas prelevati a più di 10.000 m di profondità, si è scoperto che sopravvivono mangiando il legno che occasionalmente precipita dalla superficie.

CETRIOLI IN FONDO AL MARE

Il record per le oloturie, comunemente chiamate “cetrioli di mare”, è fissato a 10.687 metri sotto il livello del mare. Lo certificano le riprese effettuate, nel 2012, da James Cameron, il regista di Titanic e Avatar, durante la sua esplorazione della fossa delle Marianne.

Questi invertebrati sono specializzati nel filtrare i fondali in cerca di nutrimento: si orientano in modo da intercettare le correnti, trattengono il cibo con i tentacoli presenti nella bocca e, infine, espellono dall’ano le sostanze inutili.

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