Con l'arrivo della primavera può capitare in giardino o durante una passeggiata di imbattersi in un uccellino. La prima cosa che ci viene in mente di fare potrebbe essere raccoglierlo e portarlo a casa per aiutarlo. Ma non sempre è la scelta migliore.
Ecco perché. Ce lo spiega la Lipu, Lega italiana protezione degli uccelli.
Ho abbandonato il nido, ma so già (quasi) volare
La maggior parte dei nidiacei lascia il nido quando non è un perfetto volatore (per esempio merli, passeri, civette...). Non sono abbandonati, ma sono accuditi dai genitori, che li accompagnano pian piano verso l'autonomia.
Quindi quello che voi pensate di aiutare, in realtà è un piccolino che ha la mamma in giro. Raccoglierlo significa toglierlo dalle sue cure, sicuramente più valide ed esperte di qualsiasi umano.
Ricordatevi quindi: prima di raccogliere un nidiaceo bisogna sempre valutare due situazioni.
Spesso è possibile eliminare la situazione di pericolo (spostando il piccolo dalla strada) o vigilarlo fino a quando non lo si ritenga più al sicuro. E ricordatevi: non è vero che i genitori abbandonano i pulcini se toccati da persone che li spostano da un pericolo. Questo capita per i mammiferi.
E se hai qualche dubbio o il piccolo è ferito, puoi sempre contattare il centro recupero fauna selvatica della Lipu. Questo è il numero della Sede Nazionale della Lipu: tel 0521/273043 (lun. - ven. ore 8.30-17.30).