Più di 25.000 geni e sequenze ripetute che conferiscono stabilità e una salute di ferro. Sono questi alcuni dei dati più interessanti ricavati dalla mappatura del DNA dello squalo bianco realizzata dal team di ricercatori dell'Università Sudorientale Nova, Cornell University e dell'Acquario della baia di Monterey.
L'analisi genetica è presentata sull'autorevole rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e servirà per conoscere appieno i meccanismi biologici di queste creature, tutelandole dal rischio estinzione.
UNA PATRIMONIO GENETICO MOLTO PARTICOLARE
Lo studio del DNA dello squalo bianco - che è risultato essere più grande di una volta e mezza rispetto a quello umano - potrebbe averci rivelato il segreto dell'incredibile longevità del più grande predatore dei mari, che nuota nelle acque del nostro pianeta da circa 500 milioni di anni.
Motivo di una simile resistenza è nascosta ovviamente nel patrimonio genetico, il quale è composto da tantissimi geni disposti in sequenze ripetute che regolano la riparazione del DNA. Ciò impedisce l'accumulo di errori genetici che porterebbero al decadimento cellulare.
In altre parole i geni dello squalo correggono continuamente gli errori del DNA, riducono drasticamente il rischio di cancri (malattie derivate proprio dalla mutazione di alcuni geni) e regalano ai feroci animali una vita decisamente lunga.
E L'OLFATTO?
Molti si aspettavano che questa ricerca fornisse informazioni utili circa le dinamiche che portano gli squali a sviluppare un fiuto eccezionale.
Purtroppo però le analisi non hanno svelato granché in tal senso e questo ha fatto pensare agli scienziati che la grande capacità degli squali di percepire stimoli olfattivi anche da grandi distanze potrebbe essere legato a meccanismi ancora sconosciuti.