Un inverno sopra 1.500 metri d'altitudine non è propriamente mite! Per questo le marmotte delle Alpi (Marmota marmota) già a settembre iniziano a prepararsi al letargo. Come?
Un po' come quando si torna dalle vacanze estive e si fanno le grandi pulizie in casa. Le profonde (anche due o tre metri) tane invernali vengono riaperte e ripulite.
Le marmotte hanno un gran da fare per rendere confortevole il loro giaciglio: le tane oltre che profonde possono essere larghe anche una decina di metri. Con i denti trasportano il fieno nella tana e lo dispongono a strati. Il fieno servirà loro da materasso: qui dormiranno acciambellate con il corpo stretto fra le zampe posteriori.
VERSO IL LETARGO
Tra un lavoro e l'altro i simpatici animaletti mettono su peso: iniziano a mangiare a più non posso per accumulare il grasso per quando arriverà il letargo vero e proprio.
Quando il freddo inizia a farsi sentire e il "sonno" pure, le marmotte chiudono l'ingresso della loro tana con un tappo costituito da paglia, terriccio e rametti. Il letargo può avere così inizio.
Ma non sarà un letargo solitario: nella tana possono restare a dormire anche una quindicina di marmotte.
Il sonno delle marmotte può durare anche sei mesi e viene interrotto solo di tanto in tanto per le necessità fisiologiche o se la temperatura interna della tana scende sotto i 7 gradi. In quel caso la marmotta si sveglia e va a cercare un riparo più efficace.
La marmotta dell'Alaska (Marmota broweri) detiene il record di letargo: a differenza di quella alpina può dormire fino a 9 mesi.
Durante il letargo la temperatura corporea scende da 35 a 5 gradi, il cuore rallenta da 130 a 15 battiti al minuto e la respirazione si fa lentissima e appena percettibile.
Quando si sveglia, in primavera, la marmotta è molto magra. Un letargo così lungo l'ha decisamente provata!