I gatti che cosa pensano di noi? Non sappiamo come il nostro quattrozampe veda l’uomo o come lo percepisca realmente. Soprattutto, non possiamo chiederglielo in quanto non "parla" la nostra lingua.
Ma diversi studi dicono che i nostri pelosi ci vogliono bene, riconoscono la nostra voce e ci vedono come individui con cui interagire e con cui possono giocare e ricevere coccole e cibo.
«Stabilire che cosa pensano i gatti di noi è una domanda senza risposta. Però, possiamo basarci sulle conoscenze scientifiche, sul suo sistema sensoriale, diverso dal nostro, e sul suo comportamento nei nostri confronti. Attraverso i sensi, il gatto raccoglie informazioni dall’ambiente circostante e in base agli stimoli percepiti si comporta in un determinato modo» spiega la professoressa Emanuela Prato-Previde, Professore Associato di Psicologia, Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti dell’Università degli Studi di Milano.
“ I cani hanno padroni, i gatti hanno servitori ”, questa citazione, particolarmente forte, dell'autore americano Dave Barry, descrive il pensiero che diverse persone hanno nei confronti dei gatti domestici (Felis silvestris catus). Ma diverse ricerche scientifiche dicono il contrario «I gatti domestici sono animali abbastanza sociali con noi, ci vedono come individui con cui interagire e da cui possono ottenere e ricevere affetto e rassicurazioni» continua Emanuela Prato Previde.
In uno studio di qualche anno fa, pubblicato sulla rivista Behavioral Processes, condotto da un team di scienziati americani è stato studiato il comportamento di una trentina di gatti provenienti da rifugi o famiglie. Gli scienziati hanno sottoposto tutti i felini a quattro categorie di stimoli:
I ricercatori hanno misurato il tempo che ogni gatto ha trascorso a interagire con ogni stimolo (singolarmente). Infine, tutti gli stimoli sono stati riuniti in una stanza per vedere quale fosse quello preferito dai felini.
Anche se gli scienziati hanno notato molte differenze tra un animale e l'altro, a seconda della loro personalità, i risultati hanno mostrato che la maggior parte dei gatti si è avvicinata all'uomo, prima di avvicinarsi al cibo.
«Come il cane e altri animali domestici, anche i gatti sono sensibili ai nostri segnali comunicativi (ad esempio alcuni nostri gesti e posture)» continua Prato Previde. Infatti i gatti usano dei segnali comunicativi vocali come i miagolii per attirare la nostra attenzione o per ottenere qualcosa. «Sono in grado anche di riconoscere alcune nostre emozioni dalle espressioni vocali e facciali (Merola et al., 2015). Riconoscono il loro nome e la voce del proprietario da voci di altri esseri umani. Formano con gli umani un legame affettivo e un attaccamento (Vitale Shreve e Udell, 2019 ). Noi per loro siamo una fonte di sicurezza nei momenti difficili o quando sono sotto stress» conclude la professoressa.
Insomma, amici dei gatti, c’è ancora molto da capire ma la scienza sta andando avanti!
Fonti: Merola, I.; Lazzaroni, M.; Marshall-Pescini, S.; Prato-Previde, E. Social referencing and cat–human communication. Anim. Cogn. 2015, 18, 639–648, doi:10.1007/s10071-014-0832-2.
Vitale Shreve, K.R.; Udell, M.A. What’s inside your cat’s head? A review of cat (Felis silvestris catus) cognition research past, present and future. Anim. Cogn. 2015, 18, 1195–1206, doi:10.1007/s10071-015-0897-6.
Saito, A.; Shinozuka, K.; Ito, Y.; Hasegawa, T. Domestic cats (Felis catus) discriminate their names from other words. Sci. Rep. 2019, 9, 5394.
Vitale, K. R., Behnke, A. C., & Udell, M. A. (2019). Attachment bonds between domestic cats and humans. Current Biology, 29(18), R864-R865