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L’unità d’Italia: date, eventi e protagonisti

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Dal 1861 l'Italia è una nazione. Ma come è nata? Che cosa esisteva prima, e cosa sono le Guerre d'indipendenza?

La storia dell'unità d'Italia è una storia costellata di stati e staterelli per secoli: principi, re, duchi e granduchi, ognuno con il suo ducato o la sua città.

Dalla caduta dell'Impero Romano (nell'anno 476) e fino a ben oltre la metà del XIX secolo (1800), l'Italia non è più stata unita, bensì divisa in tanti Stati piccoli o piccolissimi: il regno Lombardo-Veneto (in pratica due terzi delle regioni del nord, sottomesse all'Austria), il Regno di Sardegna (governato da re Vittorio Emanuele I) insieme al Piemonte, lo Stato della Chiesa (nell'Italia centrale) governato dal Papa), il Regno delle Due Sicilie (nell'Italia meridionale), governato dalla dinastia dei Borboni. E poi i ducati di Modena, di Massa e Carrara, di Lucca e di Parma, il Granducato di Toscana... Insomma, un vero rompicapo!

I dominatori austriaci non avevano interesse a che i territori italiani occupati si sviluppassero, mentre gli altri staterelli non avevano le risorse: la Penisola era molto arretrata rispetto ai grandi Paesi europei.

Cos'è stato il Risorgimento?

In quegli anni di tensione della prima metà del XIX secolo alcuni patrioti illuminati sentirono la necessità di unire tutta la Nazione, diedero così inizio a una nuova fase storica chiamata Risorgimento.

In quest'epoca, nelle regioni controllate dall'Impero austriaco iniziarono i primi moti di ribellione portati avanti da patrioti organizzati in società segrete, per evitare di essere imprigionati. La più attiva e famosa di queste organizzazioni fu la Carboneria, nata a Napoli nel 1814, i cui componenti si chiavano Carbonari.

Di tutti i patrioti che s'impegnarono nel periodo risorgimentale si ricordano in particolare Silvio Pellico, autore de Le mie prigioni - il libro (pubblicato nel 1832) in cui raccontò il periodo in cui fu prigioniero degli austriaci a causa delle sue idee indipendentiste - e Giuseppe Mazzini, che nel 1831 fondò l'organizzazione patriottica chiamata Giovine Italia e il cui scopo era un'Italia libera e indipendente.

I moti rivoluzionari, le guerre d'indipendenza e l'Unità d'Italia

Il nostro Paese conquistò l'indipendenza dopo una serie di moti rivoluzionari, che diventarono poi vere e proprie guerre contro gli occupanti stranieri. Per conquistare l'unità in Italia si combatterono tre Guerre d'Indipendenza.

La prima guerra d'indipendenza scoppiò nel 1848 : il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, assecondando i patrioti lombardi, dichiarò guerra all'Austria. Inizialmente vittorioso, alla fine venne però sconfitto e dovette lasciare il regno al figlio Vittorio Emanuele II.

La seconda guerra d'indipendenza scoppiò nel 1859: durò circa tre mesi e di nuovo fu combattuta contro l'Austria dal Regno di Sardegna, questa volta alleato con la Francia. Terminò il 12 luglio 1859 con la liberazione della Lombardia, evento che provocò l’annessione (ossia l'unione) al Regno di Sardegna anche di Toscana, Parma, Modena e della parte di Romagna governata dallo Stato Pontificio.

Garibaldi e i mille

L'anno successivo, nel 1860, accadde un altro famosissimo e fondamentale fatto per l'unità d'Italia: la spedizione dei Mille.

Giuseppe Garibaldi, generale deciso e chiamato anche "l'eroe dei due mondi" (perché aveva combattuto in Sudamerica), il 5 maggio salpò da Quarto, presso Genova, e raggiunse Marsala, in Sicilia, con circa mille uomini al seguito.

Da lì, combattendo contro l'esercito borbonico e aiutato dalla popolazione, i Mille conquistarono tutta la Sicilia finché, da Messina, risalirono verso nord fino a Napoli.

Nelle stesse settimane re Vittorio Emanuele II mosse l'esercito per conquistare le Marche e l'Umbria, regioni controllate dallo Stato Pontificio e, evitando il Lazio, scese con i soldati fino in Campania dove, il 26 ottobre 1860, Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi si incontrarono a Teano, nei pressi di Caserta: l'Italia era praticamente unita. Il 17 marzo 1861 venne dichiarato il Regno d'Italia, con capitale Torino.

Era nata l'Italia!

La terza guerra d'indipendenza

Il nostro Paese, però, non era ancora del tutto unito e liberato: alla nazione mancavano il Veneto e il Lazio.

Con la terza Guerra d'indipendenza (dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866), nonostante le sconfitte militari che l'esercito di Vittorio Emanuele II patì sul campo di Custoza (Verona) e nella battaglia navale di Lissa (di fronte alle coste della Croazia), venne liberato il Veneto.

Quattro anni dopo, nel 1870, i bersaglieri giunsero a Roma e il 20 settembre, aprendosi un varco nelle Mura (la famosa breccia di Porta Pia), entrarono in città e misero fine al potere di governo del Papa.

Nel 1871 Roma divenne la capitale del Regno d'Italia, finalmente unito ed esteso su tutta la Penisola.

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