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Sassari | Museo Giovanni Antonio Sanna

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Sassari | Museo Giovanni Antonio Sanna

Visita il museo Museo Nazionale Giovanni Antonio Sanna, esploralo seguendo un percorso speciale per i bambini e aguzza la vista: potrai svelarne i segreti!

Visita il museo Nazionale Giovanni Antonio Sanna assieme con Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo.

 

Il museo Nazionale Giovanni Antonio Sanna, inaugurato nel 1932, comprende una vasta sezione archeologica, con reperti che vanno dal Paleolitico all’Età moderna. Oltre ai numerosi utensili, armi, oggetti rituali e ornamentali della Preistoria, sono di particolare interesse i bronzi figurati di Età nuragica: rappresentazioni di figure umane, animali, navicelle e modelli di nuraghe, prodotti da una civiltà tecnologicamente avanzata, in grado di dare forma al bronzo. Segue la sezione punica e romana, mentre la collezione etnografica, che occupa due sale dell’edificio, espone invece abiti e mobili antichi che raccontano le tradizioni della Sardegna. 

Giovanni Antonio Sanna fu un importante imprenditore e politico sassarese. Le sue collezioni di reperti archeologici e oggetti d’arte, accumulati nell’Ottocento, formarono il primo nucleo espositivo del museo che oggi porta il suo nome. 

 

Modello di nuraghe 

È una piccola scultura ritrovata a Olmedo (Sassari), che riproduce il monumento simbolo della Civiltà nuragica. Si trattava di edifici di abitazione e difesa, costruiti con grandi blocchi di pietra e composti da una o più torri, che potevano superare i 10 metri. In questo caso l’artigiano ha modellato un nuraghe con torre centrale, circondata da quattro torri più piccole. Alla base si vedono le canalette di fusione del bronzo: forse sono state conservate per fissare la scultura a un supporto. 

 

Trofeo di spade 

Insegne come questa provengono in genere dai luoghi di culto della Sardegna nuragica: fonti e pozzi sacri. Il trofeo è stato rinvenuto nel comune di Padria e si compone di tre spade votive: sulla sommità di quella centrale si trovano una composizione con due porticine (una è andata perduta) e la raffigurazione di due teste di cervo. L’insegna è decorata da pendagli e sormontata da un pugnale con la punta rivolta verso l’alto. 

 

Dea Madre 

Cosa ti fa venire in mente? Questo strano oggetto è stato trovato nel Comune di Olbia (Sassari): è una statuetta di pietra, alta 15 cm, che rappresenta una figura di donna, con forme abbondanti e accentuati caratteri femminili. Nel museo ce n’è anche un’altra, simile per forma e dimensioni: riesci a vederla? Queste piccole sculture, rinvenute spesso nelle sepolture, probabilmente avevano un valore sacro e rituale. 

 

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Abito tradizionale 

Bello, vero? E anche molto elaborato: la camicia è ricamata e chiusa da due bottoni d’oro; la giacca è decorata lungo le cuciture con fili di seta di vari colori; la gonna rossa è impreziosita da una fittissima pieghettatura e sopra c’è un grembiule di tulle bianco ricamato con motivi floreali. Il tutto è impreziosito da 20 bottoni d’argento che, tutti insieme, pesano quasi 3 kg! 

 

Cranio forato 

La trapanazione del cranio era una pratica piuttosto diffusa nella Preistoria: si effettuava su persone vive per ragioni terapeutico-curative. Qui puoi vedere il teschio di un giovane uomo, vissuto più di 4.000 anni fa, ritrovato nella necropoli preistorica di Su Crucifissu Mannu, Porto Torres (SS). 

 

Fiasca del pellegrino 

Non ricorda un po’ una borraccia, di quelle che si usano oggi quando si va in gita? E infatti, se osservi bene potrai notare una scanalatura che corre lungo il perimetro e quattro piccole anse in cui far passare una cordicella per appenderla al collo! Decorata con cerchi concentrici dipinti, è di produzione fenicia e, secondo gli studiosi, forse serviva a contenere del vino. 

 

Arciere

Bronzo figurato di guerriero con elmo cornuto, arco e faretra. Rappresenta un esemplare molto interessante per l’ottimo stato di conservazione e per i dettagli degli indumenti e delle armi che è possibile osservare. Purtroppo, però, non si conosce il sito archeologico nel quale è stato ritrovato. 

 

Vaso greco con scena mitologica 

Guarda le figure: la scena ritratta su quest’anfora di età arcaica (510 a.C. circa) rappresenta il mito di Eracle e Anteo, terribile gigante figlio di Poseidone e di Gea, che sfidava nella lotta chiunque incontrasse. Nessuno però riusciva a batterlo, perché recuperava le forze non appena finiva a terra. Eracle allora, che si era accorto del suo segreto, lo sollevò sopra la testa e lo strinse in un abbraccio mortale. 

 

Orecchini d’oro 

Appartengono al corredo di una sepoltura femminile rinvenuta presso la chiesa di Nostra Signora di Mesumundu di Siligo (SS). Sono stati realizzati in Sardegna durante l’età bizantina (VII/VIII secolo d.C.) e riprendono lo stile dei gioielli diffusi durante l’Alto Medioevo in Oriente e nell’Africa settentrionale. 

 

Mosaico romano 

È stato rinvenuto tra le Terme Centrali e le Terme Maetzke dell’antica colonia romana di Turris Libisonis, l’odierna Porto Torres, SS, fondata nel I secolo a.C. Il mosaico però è databile tra la fine del II e l’inizio del III sec. d.C. È costituito da tessere bianche e nere e rappresenta animali marini, isolati o in lotta fra loro: li riconosci tutti? 

 

Divano in castagno 

È un mobile dell’inizio del Novecento che unisce le nuove linee liberty a motivi tradizionali. Osserva gli intagli dello schienale: ai lati, due pavoncelle reggono con il becco dei bottoni in argento. La stoffa dell’imbottitura, invece, richiama i motivi decorativi dell’abito tradizionale di Desulo, piccolo comune della Sardegna. 

 

Statua femminile 

Proviene dall’antica Turris Libisonis (oggi Porto Torres) e ha dimensioni superiori al vero. La statua, a cui manca la testa, è rappresentata con ampio chitone (tunica) e himation panneggiato (mantello che si indossava sopra il chitone). Le grandi dimensioni fanno pensare che si trattasse di una divinità o di un personaggio imperiale divinizzato. È della fine del I secolo d.C. 

 

Busto di Venere 

È una statua di Afrodite anadiomene: significa “che sorge” dalle acque. Secondo il mito raccontato da Esiodo, infatti, Afrodite (la Venere dei Romani) sarebbe nata dalla schiuma del mare. Questa bellissima scultura, realizzata in marmo greco e databile intorno al 100 a.C., è stata trovata a Turris Libisonis, Porto Torres, SS, presso il ponte romano. 

 

Incredibile ma vero... 

Questa navicella di bronzo proviene da Meana Sardo (NU) e attesta la presenza del cane, uno degli animali raffigurati sull’imbarcazione, anche in Età nuragica. Una navicella simile è stata trovata a Castiglione della Pescaia: segno che Sardegna e Toscana erano legate da rapporti commerciali. 

 

Megacero 

Sono i resti di un piccolo cervide preistorico (Megaceros cazioti), probabilmente arrivato nell’isola durante un periodo glaciale, quando si creò un ponte di passaggio tra la Sardegna e il Continente. Era più piccolo dei cervi di oggi e aveva i palchi molto sviluppati. Nel museo è esposto un calco di quelli trovati nella Grotta Corbeddu di Oliena (Nuoro). 

POLO MUSEALE DELLA SARDEGNA MUSEO NAZIONALE ARCHEOLOGICO ETNOGRAFICO “GIOVANNI ANTONIO SANNA” Via Roma, 64 - Sassari Tel. 079 272203 - Museo Sanna Sassari

 

Il museo non presenta barriere architettoniche. Occasionalmente si organizzano percorsi tattili e olfattivi senza l’ausilio della vista. 

 

 

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