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Adria | Museo Archeologico Nazionale

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Adria | Museo Archeologico Nazionale

Il Museo Archeologico Nazionale di Adria custodisce dei tesori! Percorri le sue sale, aguzza la vista e scoprine i segreti con il Mibact e Focus Junior! 

Visita il Museo Archeologico Nazionale di Adria (Rovigo) assieme con Focus Junior e il Mibact, il Ministero per i beni, le attività culturali e il turismo, potrai scoprirne gli straordinari segreti!

 

L’edificio sede del museo, di rigoroso spirito razionalista, è stato realizzato negli anni ‘50 del secolo scorso. La pianta quadrangolare, organizzata intorno a un cortile centrale circondato da porticati, si ispira a quella delle case dell’antica Roma.

 

Il percorso espositivo illustra la straordinaria storia antica di Adria, dalle origini del centro portuale greco-etrusco sorto lungo un ramo del delta del Po nel VI secolo a.C. alla città di epoca romana, fino all’età tardo-antica, seguendo parallelamente le vicende dei principali siti archeologici del Basso Polesine. Tra i materiali provenienti dall’abitato e dalle necropoli, di particolare importanza sono le ceramiche figurate prodotte ad Atene tra il VI e il IV secolo a.C.; i ricchi corredi funerari con vasellame attico e bronzi etruschi di epoca tardo-arcaica e classica; le preziose oreficerie etrusche; i raffinati vetri di epoca romana.

 

Coppa a nastri

Questa raffinata coppa è realizzata con la stessa tecnica usata oggi dai maestri vetrai di Murano (Venezia): porzioni di canne di vetro di colore diverso, accostate l’una all’altra e fuse insieme in uno stampo.

 

Pavimento a mosaico

Non sembra un tappeto? È stato realizzato nel I secolo d.C. accostando tessere bianche e nere e molto probabilmente proviene dalla domus di un antico Romano. Guarda il motivo decorativo: una treccia, cerchi che si intersecano formando quadrifogli, fiori a quattro petali e foglie di edera. Davvero molto elegante!

 

Vetri romani

Qui è esposta la collezione di vasi in vetro del I-II secolo d.C. Guarda quante varietà di forme e colori fra tazze, coppe, bicchieri, piatti, brocche, vassoi... C’è anche uno strano oggetto che termina con una testa di lumaca: è un corno potorio, un recipiente usato per bere! Con questi vasi gli antichi Romani apparecchiavano la tavola, ma si usava anche deporli nelle tombe, come offerta ai defunti.

 

Incredibile ma vero...

A che cosa sarà servita questa curiosa maschera in terracotta? È un oscillum, una decorazione che gli antichi Romani appendevano alle porte o tra le colonne dei porticati, in modo che il vento la facesse oscillare. Oggetti come questo erano considerati dei por tafor tuna: si pensava che proteggessero la casa dalle sciagure.

 

 

Tazze di Ennione

Ecco due eleganti tazze di vetro azzurro, opera di Ennione, un artigiano molto abile e famoso. Come facciamo a sapere che sono sue? Perché sono firmate! Se guardi bene, puoi leggere il nome dell’autore, in lettere greche, così come la sua città di origine: Sidone, nell’attuale Libano.

 

Vaso a colombina

Questo delicato vaso a forma di colomba, dall’intenso colore blu cobalto, è stato trovato in una tomba romana della prima metà del I secolo d.C., insieme ad altri oggetti che componevano il corredo funebre. È in vetro soffiato e al suo interno conteneva un pregiato profumo, ultima offerta al defunto per la sua vita ultraterrena.

 

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Portaincensi

Osserva questo piccolo busto maschile in bronzo: proviene da un’antica villa romana scoperta dagli archeologi a San Basilio di Ariano Polesine, nel Delta del Po. L’interno è cavo, perché serviva a contenere incensi profumati. I capelli ricci a lunghe ciocche, i baffi folti e la corta barba a due punte gli danno un aspetto esotico!

 

Eracle arciere

Questo bronzetto, trovato scavando un pozzo a Contarina, nel Delta del Po, è stato forgiato in Etruria, nel V secolo a.C. Con una mano regge una lepre, mentre con quella che non c’è più teneva sicuramente l’arco: sotto il braccio, infatti, ha l’astuccio per le frecce. Secondo la tradizione, si tratta di Eracle (o Ercole), il semidio dalla forza sovrumana.

 

Kylix attica

Su questo vaso greco del VI secolo a.C. è raffigurato un uomo che fa ruotare una coppa, reggendola solo con un dito. È un gioco che si faceva dopo aver bevuto in compagnia: vinceva chi riusciva a colpire il bersaglio lanciando le ultime gocce di vino rimaste.

 

Tomba della biga

È la più famosa sepoltura di Adria: a renderla eccezionale sono gli scheletri di tre cavalli, sotterrati insieme a un carro da guerra a due ruote. Del carro, che era in legno, si sono conservate solo le parti in metallo, come i cerchioni delle ruote e i coprimozzi.

 

Sepoltura romana

Le ceneri del defunto erano deposte all’interno della grande anfora segata. La moneta è l’obolo per Caronte, che trasportava le anime oltre il fiume degli Inferi, nell’ultimo viaggio verso l’aldilà. C’è anche un gruppo di pedine in vetro bianche e nere: al defunto, evidentemente, piaceva giocare!

 

Miliare della via Popillia

Questa grande pietra di forma triangolare segnava l’arrivo ad Adria di un’importante strada romana che partiva da Rimini. La parte inferiore era inserita nel terreno, mentre nella parte superiore, che rimaneva in vista, è incisa un’iscrizione in lingua latina che ricorda Publio Popillio Lenate, il console romano che fece costruire la strada nel 132 a.C.

 

Corredo funebre

Stai guardando uno dei corredi funerari più ricchi tra quelli esposti nella sezione etrusca del museo: proviene dalla necropoli di Ca’ Cima e risale all’inizio del V secolo a.C. È composto da strumenti in ferro per cuocere la carne e da pregiati vasi in bronzo e ceramica per bere il vino. L’oggetto più pregiato è la brocca: osserva l’ansa che rappresenta un giovane nudo tra due figure maschili semisdraiate e, in basso, due teste di cavalli alati.

 

Portaprofumi

In vasetti colorati come questo, del III sec. a.C., si conservavano i balsami profumati, molto apprezzati sia dagli uomini sia dalle donne. Erano a base di olio d’oliva, che si usava non solo come alimento ma anche per la cura del corpo. O, se era di bassa qualità, per alimentare le lucerne.

 

Pendente in ambra

Per realizzare questo bel pendente a forma di anatroccolo, proveniente da una tomba etrusca del V secolo a.C., è stata usata l’ambra, una resina fossile assai ricercata e apprezzata, che arrivava dalle lontane coste del Mar Baltico. Addirittura, si credeva che avesse poteri magici e che proteggesse dalle malattie.

 

Orecchini in oro

Provengono da una tomba del V secolo a.C.: possiamo immaginare che la ricca signora a cui appartenevano li amasse molto e forse per questo li ha voluti con sé anche per la sua vita ultraterrena. Sono realizzati con una sottile lamina d’oro e all’estremità sono decorati da un testa di ariete con grandi corna ricurve.

 

Sarcofago

Nel portico che circonda il giardino al centro del museo, tra le iscrizioni su pietra che ci raccontano la vita religiosa e civile della città romana, c’è anche questo sarcofago di marmo, del II secolo d.C. L’iscrizione al centro, retta da due amorini, dice che è stato dedicato da Marcus Mustius Secundinus alla devotissima moglie, Terentia Capitolina.

 

Lekythos a figure nere

Questo grande vaso è stato prodotto ad Atene, in Grecia, ed è arrivato ad Adria trasportato sulle navi dei mercanti che solcavano le acque del Mediterraneo e dell’Adriatico. È illustrato con un episodio del mito di Eracle (o Ercole): lo puoi riconoscere dalla pelle di leone che gli copre il capo.

 

POLO MUSEALE DEL VENETO - MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ADRIA - Via Badini, 59 – Adria (RO) Tel. 0426 21612

 

Il museo non presenta barriere architettoniche. Tutti gli ambienti che si incontrano lungo il percorso espositivo sono normalmente accessibili.  

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