Nella lingua italiana esistono due tipi di verbi: verbi attivi e verbi passivi.
Il perché esistano è molto semplice: noi possiamo compiere un'azione (verbi attivi) oppure subirla (verbi passivi). Spesso, però, si fa confusione. Ecco quindi poche, semplici regole per riconoscere gli uni e gli altri e usare al meglio questi verbi.
VERBI ATTIVI
Un verbo è in forma attiva quando il soggetto della frase compie l'azione
Esempio: io mangio un biscotto
In questo caso sono io (soggetto) a mangiare il biscotto.
VERBI PASSIVI
Esempio: il biscotto è mangiato da me
Il biscotto (soggetto) subisce l'azione di essere mangiato da me.
La forma passiva si costruisce con l'ausiliare essere seguito dal tempo participio passato del verbo. Ossia: essere + il participio passato (che si forma con i suffissi -ato, -uto, -ito)
DIFFERENZE TRA VERBI
Il significato di un verbo è sempre uguale, sia che venga usato nella sua forma attiva o in quella passiva.
Soltanto i verbi transitivi possono avere la forma passiva.
I verbi transitivi sono quelli a cui segue un complemento oggetto. Nella forma passiva il complemento oggetto diviene soggetto e il soggetto complemento d'agente (se si tratta di persona) o di causa efficiente (se si tratta di cosa).
Esempi
Il disegno è stato colorato dai bambini (complemento d'agente)
La casa è protetta dal tetto (complemento di causa efficiente)
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